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Dialogo difficile tra Pd e Udc.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Stupisce il clamore che ha accompagnato le parole che nella sua relazione di insediamento il neosegretario del Partito Democratico Pino Capalbo ha speso circa l'avvio di un dialogo con l'Udc. Del resto sono pressappoco gli stessi concetti espressi il giorno dopo dal segretario provinciale Franco Bruno. Che i rapporti interni al centrosinistra che governa la città non siano da tempo idilliaci è un segreto di Pulcinella e l'apertura all'Udc rientra in un contesto nazionale. Un tentativo, miseramente fallito, vi era già stato nella scorsa primavera. In quella circostanza le buone intenzioni furono letteralmente travolte da un vortice di incomprensioni e polemiche. Innanzitutto vi era una fase di confusione interna al Partito Democratico in seguito alla quale nessuno era legittimato a parlare in nome di un partito che non aveva organismi. In ogni caso, occorre che vi sia una fase di decantazione, considerato che i due partiti rappresentano i vertici di un conflitto politico che va avanti da tempo immemorabile. Per mettere in cantiere un percorso condiviso occorre molta pazienza e soprattutto protagonisti diversi da quelli che hanno animato lo scontro di questi anni.
Altrimenti gli elettori di entrambi farebbero fatica a capire una possibile alleanza, aprendo pericolosi varchi a vantaggio rispettivamente della sinistra che nel Pd non si riconosce e del Popolo della Libertà. Perché le nozze possano essere celebrate non basta l'accordo tra due gruppi dirigenti. Una simile eventualità deve essere profondamente discussa e legittimata anche dagli iscritti, con iniziative attraverso le quali giungere a un pronunciamento chiaro. Il Partito Democratico l'occasione ce l'ha in calendario per il prossimo mese di aprile. In programma c'è una conferenza organizzativa, nella quale si potrà discutere di tutto e finalmente lo si potrà fare con un partito che nel frattempo avrà potuto completare i propri organismi interni. L'Udc, nel frattempo, e non solo ad Acri, dovrà capire e far capire cosa vuole fare da grande. Le scelte che farà in vista delle elezioni di giugno e di quelle del 2010 alla Regione, a tal riguardo, potranno essere illuminanti.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 03-03-2009.

PUBBLICATO 04/03/2009

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