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Acri piccola svizzera.

Leonardo Marra
Foto © Acri In Rete
No ragazzi non sono impazzito, né in preda ad alcol o fumi di diversa natura. In realtà l’unica cosa che ho sbagliato è il genere (non femminile, come ho scritto, ma maschile) del sostantivo e dell’aggettivo; sì perché se avessi scritto: Acri piccolo svizzero forse sarebbe stato più chiaro no?
Ho capito non è chiaro per nulla; ed ho anche capito perché: voi non girate per le strade della nostra città con l’auto quindi non riuscite a vedere il piccolo (grande) gruviera che ogni giorni, tutti i santi giorni dell’anno, gli altri vostri concittadini sono costretti ad affrontare.
Per una volta mi rivolgo direttamente agli amministratori (non l’ho mai fatto). Ragazzi (scusate l’eufemismo), ma vi rendete conto che mentre voi impastate , “rimpastate” ed infornate, noi altri, probabilmente, ci siamo rotti le scatole?
E sì, perché a parte l’amicizia che mi lega con alcuni di voi, qui la cosa si fa sempre più seria ed esula dal rapporto amichevole; voi vi siete fatti carico dei problemi della comunità, dovreste essere le persone alle quali abbiamo demandato la soluzione di tali problemi, ed invece assistiamo ad un deterioramento della situazione. Io non sono uno di quelli che partecipa alle attività di questo o quel gruppo politico, sono un cittadino qualunque che si fida delle promesse che vengono fatte, che giudica l’operato e contribuisce a far sì che l’uno o l’altro degli schieramenti possa vincere e governare.
Mi aspetto che le persone che vanno ad occupare il palazzo comunale siano le prime ad accorgersi che la città va sempre più alla “pene di cane” e che si procurino di trovare dei rimedi e non di cincischiare per aspettare le prossime elezioni.
Io giudico quello che vedo. Sono un qualunquista? me ne vanto; perché solo così posso guardare le cose con oggettività e senza i paraocchi.
Ogni volta che si discute con qualche concittadino di questo o quel problema, si sente sempre ripetere ( come in una nenia per bambini): “ le casse comunali sono vuote”. Io non so quanto questo corrisponda a verità e francamente nemmeno mi importa gran ché. Per la soluzione di questi problemi sono state scelte delle persone che ritenevano di saperli gestire, io so solo che pagando le tasse fino all’ultimo centesimo ho diritto ad una città più vivibile, ho diritto a strade che non mi costringano a spendere annualmente una cifra in sostituzione di pezzi in avaria per colpa dell’asfalto stradale che diventa ogni giorno più indecente.
Vorrei far notare che per questo problema specifico, nella maggior parte dei casi basterebbe applicare le leggi e costringere i privati o gli enti (vedi ENEL, TELECOM, ecc) che per loro necessità debbano effettuare degli scavi sui percorsi viari cittadini, a ripristinare immediatamente ed a loro spese il manto stradale nelle stesse condizioni precedenti l’intervento e non chiudere uno o entrambi gli occhi quando al posto del bitume si utilizza cemento o peggio ancora terriccio che va via con la prima pioggia. Basterebbe che si vigilasse un po’ di più su questi “abusi” e per le casse cittadine sarebbe uno sgravio non indifferente. Certo, c’è poi il gelo invernale che fa la sua parte (forse la più importante), ma diamine siamo un paese montano, non mi sembra così assurdo prevedere che d’inverno ci sia il gelo ed effettuare un asfalto adeguato alle condizioni climatiche. Allora nei paesi alpini che fanno? asfaltano ogni primavera?
Io continuo ad essere all’antica e mi rifiuto di credere che per risolvere i problemi, in quello che è rimasto di quel grande Paese che era l’Italia, e necessario l’intervento del “Gabibbo”.
Avrei voluto corredare questo articolo con delle foto, ma basta affacciarsi dalla finestra per capire quello a cui faccio riferimento.

PUBBLICATO 11/05/2009

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