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Politica e Democrazia: un binomio difficile da coniugare.

Giulio Gencarelli
Foto © Acri In Rete
La campagna elettorale per le Comunali e le Regionali 2010 ha marciato a pieno regime, imponendo a tutti noi una "full immersion" nei candidati che, timidamente o spudoratamente, hanno affrontato la competizione elettorale. In cinque a contendersi la poltrona di primo cittadino, in tanti a voler ritagliarsi un posticino di Consigliere Comunale e in dieci a voler varcare la soglia di Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale. Tanti? Troppi!
In tutto questo gran caos, pochi sono stati i candidati che, durante la campagna elettorale, in virtù di una coerenza di scelte e di un impeccabile abito morale ed etico, si sono distinte per una correttezza di fondo, regalando a tutti noi una lectio magistralis di stile e di decoro. Una competizione elettorale anomala che ha visto la maggior parte dei candidati azzannarsi come cani, l'un contro l'altro armati. Molti programmi elettorali rivendicavano, paradossalmente, che la Calabria deve sconfiggere i suoi mali, primo fra tutti la 'ndrangheta, quando, invece, purtroppo, ci siamo accorti che questa non era troppo lontana da noi. Era presente, infatti, in quanti hanno voluto detenere il primato su uno spazio elettorale in un sito web, come se fosse sufficiente solo quello per ottenere un consenso, ignorando che la stima della gente non si acquista ma si conquista. Era presente in quanti hanno avuto l'ardire di insinuarsi nelle case della gente, con il vile intento di screditare l'avversario ritenuto più temuto, perchè il Caino che c'era e che c'è nell'uomo di ieri e di oggi, che cerca sempre, anche per i dis-Valori imperanti che annebbiano ed ottundono sempre più la mente umana, di emergere e colpire dalle tenebre delle invidiuzze e gelosie umane di cuori e menti disorientati e senza peso. Era presente in quanti hanno esercitato una "prostituzione morale" in cambio del famigerato "do ut des". Era presente in quanti, vestendo i panni del "pater familias", hanno abusato di immagini di minori per far propaganda politica, quando, invece, l'infanzia andrebbe tutelata da ogni forma di strumentalizzazione. Era presente in quanti hanno preteso che, in cabina elettorale, venisse fotografata con il telefonino la preferenza espressa dal cittadino come suggello di aver tenuto fede al "giuramento" prestato. Era presente in quanti si sono arrogati il diritto di illudere i cittadini più vulnerabili con false promesse, come sempre accade durante una competizione elettorale.
Politica, dunque, Panacea a tutti i mali. Ancor più grave è l'aver praticato il "terrorismo psicologico" della vendetta nel caso del non voto. Come può la nostra terra, ormai asfittica, crescere e guardare con entusiasmo al futuro? Il vero futuro che manca è la restituzione al cittadino della libertà di fare politica al di fuori degli schemi e da ogni ricatto del bisogno. Quel ricatto che tiene ostaggio le menti e le idee tanto quanto la criminalità fa con i significati di legalità e di libertà civile che ognuno di noi vorrebbe difesi senza ipocrisie per crescere, in Calabria, al pari del resto d'Europa.
Parafrasando Nietzsche, ognuno tesse una rete, come il ragno, e poi ritiene di muoversi, di agire e di fare, liberamente. Niente di più falso! Come il ragno è prigioniero della rete che ha tessuto, alla stessa maniera, l'uomo, spesso, è intrappolato, reso prigioniero dalla rete di altri. Per il presente, occorre che gli uomini politici che si riconoscono nei Valori della Costituzione (e che a questi si ispirano nella loro azione), sappiano operare con serietà ed impegno, superando ogni ambizione personale e di parte e dimostrando di possedere le qualità morali e le capacità operative necessarie per non deludere i cittadini che hanno riposto in un nome fiducia e speranza di rinnovamento. Politica significa gestire bene e amministrare con trasparenza la "res publica"; indispensabile è una volontà politica sana e onesta, che si spezza ma non si piega (Frangor sed non flector), a prescindere dall'orientamento politico, se è in maggioranza o all'opposizione.
La colta e civile Umanità non è "di parte", perché in democrazia, chi è "di parte" non è un nemico; provare a tollerarsi, a confrontarsi, a proporre idee, anche contrastanti, non è rinunciare alle proprie idee, ma cercare, con una "forma mentis" aperta e flessibile, la mediazione e il compromesso. E' questa la politica aperta al confronto democratico delle opinioni per assecondare e favorire il benessere comune. Qualcuno, illuminato dal sacro crisma della politica populista e miope, sta lentamente ma inesorabilmente strangolando la democrazia, cercando di provocarne la morte per asfissia. In molti ci chiediamo: cos'è la democrazia? E' condivisione del potere e rispetto delle idee, è volano dello sviluppo economico e culturale, è il "fil rouge" che deve percorrere, criticamente e problematicamente, prima di tutto, le nostre coscienze, ma essa è spesso concretizzata solo nelle/dalle mani dei partiti, dove assente è la partecipazione. La corretta ed utopica scaletta dei "passaggi" verso la Democrazia vera è: dalla Consultazione alla Concertazione, dalla Partecipazione alla Condivisione. Dicevo bene: utopica scaletta!

PUBBLICATO 03/04/2010

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