Cena al buio, è l'idea che la sezione acrese della FIDAPA in collaborazione con in collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi di Cosenza, ha voluto importare anche nella nostra cittadina per una campagna di sensibilizzazione verso questo tipo di problematica.
Partecipare ad una “cena al buio” è un'esperienza incredibile. Attorno a te il nero più totale, vietata ogni forma di illuminazione - compresi i cellulari, da tenere rigorosamente spenti.
Nell'oscurità più profonda, si sono mangiati piatti prelibati, sapientemente preparati dallo staff del ristorante Panoramik. Prendere in mano le forchette e raggiungere i bicchieri fidandosi solo del tatto. Per distinguere i diversi ingredienti delle porzioni in tavola si doveva, invece, fare affidamento sul gusto e sull'olfatto. Per dialogare coi camerieri e con gli altri commensali, ci si doveva orientare con l'udito. E operazioni elementari, come mettere lo zucchero in una tazzina di caffè, diventano per tutti delle autentiche imprese.
All'inizio ci si sente spaesati: ma non si sta facendo altro che provare ciò che provano, nella vita quotidiana, le persone cieche. E al termine della cena l'emozione è lampante.
Questa bella iniziativa ha come scopo principale quella di ridurre la distanza psicologica tra chi ha perso il bene prezioso della vista e chi non ha, per sua fortuna, questo handicap, sapendo che comunque è un disagio a termine, solo per qualche ora, mentre una persona cieca vive ogni giorno questa situazione.
Dal buio e da un'esperienza di questo tipo, si torna alla luce con una doppia rivelazione: da un lato ci si avvicina alla realtà di chi non può vedere e dall'altro si scopre quanto il nostro mondo ipervisivo ci induca quotidianamente a trascurare gli altri sensi.
Il senso delle “cene al buio” è proprio questo: avvicinare chi ha il dono della vista al mondo di chi “vede” con gli altri quattro sensi.
Complimenti all'associazione FIDAPA che ha avuto il coraggio di proporre una iniziativa del genere.