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Pena ridotta per De Maddis.

Roberto Grandinetti
Foto © Acri In Rete
Il 19 febbraio dello scorso anno il gup Lucia Angela Marletta, del tribunale di Cosenza, lo condannò col rito abbreviato a 30 anni di reclusione con l’accusa di aver dato fuoco, il 28 marzodel 2008 ad Acri, al suo amico Fabrizio Greco, che morì carbonizzato. Ieri la Corte di Assise di Appello di Catanzaro (presidente Cosentini, a latere Petrini) gli ha ridottola pena a 15 anni. Si tratta del cosentino Camillo Antonio De Maddis, 21, difeso dall’avvocato Vincenzo Adamo, del foro bruzio. I giudici del secondo grado gli hanno concesso le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate. La pubblica accusa aveva invece insistito per la conferma della pena di primo grado, ossia 30 anni, il massimo previsto per chi ricorre al rito abbreviato.
«La Corte di Assise di Appello di Catanzaro, con una valutazione di alto profilo e sensibilità giuridica, ha valutato - ha commentato a caldo l’avvocato Adamo - con la dovuta attenzione, essendo acclarata la responsabilità, la personalità dell'imputato, la sua storia di disagio familiare, lo stato emotivo ed emozionale al momento del fatto unitamente all’incensuratezza ed all'età (aveva 18 anni e 6 mesi al momento dell'insano gesto). La pena così sensibilmente ridotta è il frutto della concessione delle attenuanti generiche, ritenute equivalenti alle aggravanti contestate, nonchè alla diminuzione di un terzo dovuta per la scelta del giudizio abbreviato. Non si può essere soddisfatti quando si celebrano processi del genere, c'è solo da sottolineare l'assoluto scrupolo attraverso il quale questa sentenza tenta di applicare, concretamente, la finalità rieducativa della pena, lasciando margini di speranza al recupero di un giovane che almomento del tragico episodio era avvinto da innumerevoli problemi esistenziali».
CINQUE EURO DI BENZINA. i fatti contestati sono avvenuti dunque nel marzo del 2008 ad Acri. Greco fu ucciso in maniera orribile. De Maddis, con l’aiuto di un amico (Pasquale Gaccione, che ha scelto il rito ordinario), lo cosparse di benzina e gli diede fuoco. Greco, diventato una torcia umana, percorse un centinaio di metri, poi, vinto dalle fiamme, cadde e morì. I tre giovani avevano trascorso insieme la serata in un pub di Acri. Poi la lite, provocata anche dall’alcool. De Maddis, dopo avergli urlato “Ti vrusciu vivu”, andò dritto verso una vicina stazione di rifornimento e versò in una tanica 5 euro di benzina. Quindi ritornò sui suoi passi e bloccò, con l’aiuto di Gaccione, Greco, che fu appunto dato alle fiamme. I due giovani furono arrestati dai carabinieri nel giro di poche ore. Determinanti furono le immagini riprese dalle telecamere della stazione di rifornimento presso la quale De Maddis, pochi minuti prima dell’orribileomicidio, aveva preso la benzina. Lo stesso De Maddis dopo un paio di giorni ammise le proprie responsabilità.
Si giustificò dicendo che Greco loaveva ripetutamente offeso e minacciato. Il presunto complice, Pasquale Gaccione, ha invece detto che intervenne per salvare Greco: «Ecco - riferì al gip - perchè ho le mani bruciate». Ieri la decisione dell’Appello, che ha dimezzato la pena per De Maddis.

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 20-04-2011.

PUBBLICATO 21/04/2011

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