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Protestano Lsu e Lpu

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
La delibera di giunta, approvata venerdì scorso, la n. 162, ha provocato dissensi e proteste tra le file dei precari Lsu-Lpu in servizio al Comune.
Qui l'esercito dei precari ha ormai raggiunto quasi la metà dell'organico.
Sono infatti ben 83 e sono determinanti per il funzionamento della macchina comunale.
Nella delibera in questione figura un elenco di 28 lavoratori precari che dallo scorso 1 ottobre faranno il tempo pieno, cioè 36 ore, a fronte delle trenta degli altri che dell'elenco non fanno parte.
Questa nello specifico la distribuzione nelle diverse mansioni: nove ai lavori pubblici, due al settore tecnico - manutentivi, quattro in segreteria, uno autoparco ed economato, due al settore urbanistica, due in ragioneria, due al settore didattico - culturale, cinque ai vigili urbani e uno ai servizi sociali.
L'elenco in realtà esisteva anche in precedenza, ma era composto di 23 lavoratori, tutti impiegati in operazioni esterne alla sede municipale.
Ora sono stati aggiunti altri cinque elementi, tutti amministrativi, cioè impiegati negli uffici.
Ieri mattina Lsu e Lpu hanno dato vita a un'assemblea, nei locali della Sala Polivalente per concordare il modo in cui chiedere conto al sindaco e alla giunta di questa decisione. Il loro malumore deriva dalla discrezionalità con la quale sarebbero stati individuati i cinque nomi. Insomma, una scelta arbitraria e non dettata da criteri oggettivi.
"Considerato che - si legge nella delibera 162 del 30-09-2011 - , stando la carenza di organico e le vigenti disposizioni in tema di contenimento di spesa per il personale, si rende opportuno per assicurare i servizi istituzionali dell'ente, impegnare per un orario superiore alle trenta ore settimanali i lavoratori Lsu-Lpu" riportati nell'elenco.
Tutto ciò è stato possibile poiché "la Regione Calabria ha autorizzato questo ente alla prosecuzione dell'utilizzo dei lavoratori di cui alla legge regionale n. 20 del 19 novembre 2003".
Non è ben chiaro se vi saranno altre forme di protesta e altre iniziative da mettere in campo per far pervenire agli amministratori il malessere determinato da una misura che dalla gran parte dei precari del Comune viene percepita come ingiusta e penalizzante.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 05-10-2011.

PUBBLICATO 06/10/2011

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