Il grillo (in)canta fino a notte tarda

Leonardo Marra
All’indomani dei risultati elettorali, dopo aver conosciuto i (fino ad allora ignoti) candidati eletti al Parlamento della Repubblica Italiana, nelle fila del Movimento 5stelle, non pochi Italiani hanno avuto l’impressione di avere di fronte una armata Brancaleone. Seguendo l’emozione del momento, mediante i potenti mezzi a disposizione siamo riusciti ad ottenere la trascrizione di un (nemmeno tanto) fantasioso dialogo precedente le elezioni politiche, fra due esponenti del movimento cinquestelle (madre e figlio). Lo riportiamo integralmente.
- A mà m’è venuta un’idea? Sto fine settimana quasi quasi mi candido col movimento cinquestelle. - Tu? Figlio mio, ma se non hai mai fatto politica in vita tua? Non sai nemmeno la differenza fra Camera e Senato. - Embè? Ho letto sul blog di beppegrillo che si possono candidare tutti, anzi se non hai mai fatto politica attiva dice che è meglio. E poi, se mai dovessi andare in Parlamento imparo là quello che c’è da sapere tanto è facile; Beppe dice che, quando a parlare è un esponente di un qualunque partito, basta dire sempre di no. - Ma dovete dire di no anche se cercano di approvare le identiche leggi che volete voi? E se propongono lo stesso vostro programma che fate? - Diciamo di no, perché a proporlo sono i vecchi ed invece l’Italia ha bisogno di rinnovamento. - Ma scusa figlio mio, ma se le idee sono nuove, che importa chi le propone? - A mà, noi contestiamo i vecchi partiti, c’è bisogno di svecchiare la politica. Beppe dice: largo ai giovani. - Sì, sono d’accordo, ma almeno, questi giovani, dovrebbero avere le competenze su ciò di cui andranno a discutere - Embè? Perché secondo te il movimento non ce le ha? Ci sono professionisti del tipo: studenti di scienza dell’educazione, di musica, studenti alberghieri, di istituti professionali, di licei linguistici ed artistici; pensa che ci sono perfino due o tre studenti in legge. Ed ognuno non vede l’ora di portare le sue competenze per rinnovare l’aria nel Parlamento. - Beh! In effetti non hai tanto torto, in parlamento c’è bisogno di aria nuova, c’è bisogno di persone di questo calibro, preparate, con competenze tecniche di alto livello per svolgere un incarico istituzionale tanto gravoso. Anche se, forse, mancano di esperienza. - A mà, il fatto che siano senza esperienza è segno di democrazia, come dice come Beppe: “uno vale uno”. - E che vuol dire? - A dire il vero non mi è molto chiaro, credo sia come dire che ognuno vale quanto un altro. Però se è così, allora perché è solo lui a comandare? Bah! Chissenefrega! Beppe è un grande e noi crediamo in lui ed obbediamo. Come disse Cavour(mi pare): credere, obbedire … e connettersi (anche se me pare strano; mica c’avevano internet a quei tempi… Boh!). - Mah! Sarà! E se poi ti chiedono un parere sui problemi, per esempio, dell’economia, della finanza, della politica estera, della giustizia che gli dici? - Ah, questo è facile; basta ripetere che i problemi vengono affrontati collegialmente e risolti in collettivo attraverso il web e che, solo dopo una attenta analisi, il movimento prenderà una decisione comune. - E se insistono nel farti domande? - Se insistono la risposta è che il movimento non parla con la stampa italiana. E poi mà, te l’ho detto: basta dire che tutte le scelte avvengono attraverso il web. - Attraverso il web? E che d’è? - A mà, attraverso internet. Beppe c’ha avuto una idea fichissima, tutti i cittadini possono votare per le decisioni in maniera collettiva per una forma di alta democrazia come facevano ad Atene. - Atene? - A mà, Atene… la capitale della Grecia. - Ommadonnamiabella, ma non sarà mica per questo che la Grecia è finita male? - A mà, e che ne so io? Io in Grecia so stato a Santorini l’estate scorsa e mica me pareva così male. Se semo fatti certe canne! E poi che so’ ste domande complicate? - Vabbè figlio mio, tu dici alta democrazia! E quelle centinaia di migliaia di persone che non hanno internet o che non sanno usarlo? A quelli gli si nega la partecipazione? - E vabbè, quelli o so’ vecchi, e Beppe dice che dobbiamo farli fuori, oppure sono persone che non hanno capito il valore della democrazia della rete e Beppe dice che, in fondo, dobbiamo fare fuori pure quelli.v - E io? Anch’io non ho mai utilizzato internet, vuoi fare fuori pure me? - Ma no, tu sei mi’ madre, se mi eleggono ti porto a mangiare al ristorante della Camera e ti presento Beppe. - Sai che ti dico figlio mio? Mi hai convinto! Quasi quasi mi candido pure io, c’ho giusto un completino di raso blù che mi piacerebbe indossare per quando andrei a giurare dal Presidente della Repubblica. - A mà, i deputati non giurano davanti al Presidente. Quelli che giurano so’ i giocatori della nazionale. Ma sei proprio ignorante. Brevi conclusioni: A parte le elucubrazioni pittoresche, risulta davvero ostico da comprendere come si possa affermare di volere dare un corso diverso al Paese e poi tirarsi indietro quando si presenta l’occasione di cominciare a realizzarlo. Negli ultimi anni il signor Grillo ha urlato la sua (e l’altrui) rabbia verso una classe politica vecchia e corrotta salvo poi negli ultimi tempi scivolare sempre più verso una concezione del potere di tipo: “tutti gli uomini sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri”, dove lui stesso sembra attagliarsi perfettamente ai panni di Napoleone, il rivoluzionario protagonista della orwelliana "La fattoria degli animali". Si resta oltremodo perplessi dal fatto che, a fronte di proponimenti di sicuro valore morale, si finisca per considerare il Parlamento alla stregua di un dopolavoro delle ferrovie, dimenticando che in esso si decidono le sorti di una nazione. Non si possono criticare, per la loro immoralità, i politici che si sono succeduti (in tempi recenti e non), promettere cambiamenti e poi mandare alla (improbabile) guida della nazione un gruppetto di giovani, per la maggior parte sprovveduti, obbligandoli a starsene alla finestra a guardare l’Italia che va a picco. Fortunatamente nel movimento cinquestelle ci sono anche persone preparate che hanno la serenità e l’autorità per chiedere i cambiamenti, ma essi dovranno avere il coraggio di diventare grandi, di affrancarsi dal regime dittatoriale di tipo leninista che il loro “leader maximo” gli impone. Però dovranno fare in fretta perché l’Italia sta morendo e non c’è più tempo per puerili aste al ribasso. |
PUBBLICATO 25/03/2013

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