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Il respiro dell’anima nella raccolta poetica “i pesci rossi” di Angelo Minerva

Foto © Acri In Rete
Anna Maria Algieri
Angelo Minerva ha voluto dare alle stampe questo suo ultimo e assai significativo lavoro dal titolo “I pesci rossi”, frutto della sua quasi trentennale esperienza di insegnante.
Si tratta di una raccolta poetica originalissima, lontana dalle difficoltà interpretative e dagli sperimentalismi propri della precedente produzione dell’autore, a suo tempo, apprezzata e definita post-ermetica dal prof. Giulio Ferroni.
Le liriche sono per lo più brevi, la versificazione è libera, rara la punteggiatura, le parole essenziali, ma cariche di significato, tese a dare maggiore pregnanza al discorso e a fornire uno stimolo emozionale potente alle corde più intime della sensibilità del lettore.
Nello scorrere dei versi anche gli spazi bianchi svolgono una loro basilare funzione, quella di rallentare il ritmo, di favorire la riflessione, caricandosi anch’essi di significato. L’assenza di titoli vuol dare l’idea di una continuità di senso e di tensione poetica a tutta la silloge, che per questo può essere concepita come un progetto unitario, tematicamente coerente. Al di là della curatissima veste grafica, della significativa e già di per sé poetica immagine in copertina, l’opera vive di una sua unicità che non è solo di linguaggio e stile, ma anche di contenuti.
Si coglie chiaramente dai versi la personalità poliedrica dell’autore, la sua completa dedizione al ruolo di insegnante, alla volontà inesausta di far sì che chi, nell’ambito della classe, si sente, anche solo apparentemente, un pesce fuori dall’acqua venga ripescato e integrato nel suo ruolo non più come pesce vagante, bensì come essere motivato, consapevole, tenacemente teso ad una degna e alta meta da raggiungere sulla strada della crescita culturale e della maturazione umana.
Vive di respiri profondi questa raccolta, di inusitate sfumature sensoriali, di sapienti e discreti scavi fin nell’intimità stessa degli sguardi e delle parole, di delicate intuizioni e di improvvise rivelazioni.
Nulla sfugge allo sguardo, all’acuta sensibilità di chi senza reticenze si interroga e interroga la realtà che lo circonda con le domande che scaturiscono dalle profondità insondabili dell’animo umano, che trovano una loro legittimazione nella poesia e a cui solo l’invenzione artistica può cercare di dare una plausibile risposta.
Una tale opera letteraria poteva scaturire esclusivamente da un’esperienza qualificante e gratificante, dal proprio ruolo di guida e di sostegno nei confronti di giovani studenti; non poteva prescindere da un reale interesse per le tecniche didattiche, per gli strumenti di comunicazione più adatti a creare un contatto diretto col mondo giovanile. Non a caso Angelo Minerva è da molti anni animatore infaticabile di laboratori di scrittura creativa, di teatro e di cinema presso l’Istituto Tecnico Statale Commerciale, Geometri e per il Turismo “G. Falcone” Acri (CS) e dirige l’interessante giornale scolastico “Teorema”.
È per questo che l’autore conosce così bene l’universo giovanile ed è in grado di coglierne gli aspetti anche più reconditi e misteriosi; è per questo che riesce a percepire e descrivere anche i più impercettibili palpiti di chi ha di fronte, ad afferrarne e a tesoreggiarne persino il respiro più profondo e segreto, quello dell’anima.

PUBBLICATO 20/05/2013





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