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Consiglio comunale da insulto

Foto © Acri In Rete
Piero Cirino
Ha suscitato un'onda di riprovazione collettiva il clima in cui si è svolto il consiglio comunale di giovedì scorso, al termine del quale sono stati dichiarati incompatibili i consiglieri di opposizione Giuseppe Cristofaro (Patto per la città), Vincenzo Arena (Unione di Centro) e Leonardo Molinari(Centro moderato per la città).
Ieri la rete è diventata una sorta di sfogatoio in cui esprimere una decisa condanna per linguaggio e atteggiamenti assai poco consoni al decoro di un luogo istituzionale.
A più riprese sono stati gli stessi consiglieri a stigmatizzarli, ma quasi sempre le accuse erano rivolte agli altri, nella convinzione che chi quei concetti li esprimeva era estraneo al clima di bagarre che ha accompagnato la seduta.
Va detto che se lo scontro politico è debordato in un linguaggio spesso più confacente a un'osteria che a un'assemblea civica, le responsabilità vanno equamente distribuite tra maggioranza e opposizioni.
E dire che siamo solo alla seconda riunione di una legislatura che dalle prime battute non promette assolutamente nulla di buono. Sul finire di quella precedente in molti avevano espresso l'auspicio che la nuova avrebbe dovuto caratterizzarsi per l'urbanità.
Oggi addirittura si è arrivati a rimpiangere il passato.
Giovedì pomeriggio il merito delle discussioni è stato sovente alternato a insulti incrociati che ben poco hanno a che fare con i ruoli amministrativi all'interno delle assise municipali.
I commenti di indignazione apparsi ieri soprattutto su facebook, oltre che in piazze e luoghi pubblici, trovano una giustificazione più che plausibile nello spettacolo indecoroso offerto dai consiglieri comunali giovedì. In questa temperie Cristofaro, Arena e Molinari sono stati dichiarati incompatibili con i voti della sola maggioranza. Hanno dieci giorni dalla notifica per scegliere se fare i consiglieri comunali o altro.
Quasi certamente tutti e tre faranno altro a saranno rimpiazzati, attendendo l'esito delle determinazioni delle autorità cui si rivolgeranno per contestare l'incompatibilità.
Nei momenti della discussione, si fa per dire, tra un improperio e un altro, in cui si è affrontato il tema nel merito, maggioranza e opposizioni hanno fornito diverse interpretazioni del famigerato decreto 39, su inconferibilita' e incompatibilita' di incarichi nella pubblica amministrazione.
Le minoranze a inizio seduta avevano chiesto di aspettare, in considerazione della scelta del Civit, l'autorità nazionale anticorruzione, che proprio giovedì ha ritenuto “doveroso sospendere le proprie decisioni sulle numerose richieste di parere, oltre cento, attualmente all’esame e pervenute da amministrazioni ed enti in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi, ai sensi dell’art. 16 comma 3 del decreto 39/2013”.
La maggioranza ha invece voluto procedere nell'iter, in attesa che intorno alla materia vi sia maggiore chiarezza.

PUBBLICATO 29/07/2013





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