Quella svista sul Caffè letterario
Rosanna Caravetta
Sembrerebbe esserci una svolta nella vicenda che ha fatto molto discutere riguardo
una possibile gestione del caffè letterario, ubicato nelle sale dello storico
palazzo Sanseverino Falcone.
Il caffè , completamente attrezzato, aspetta da tempo di essere messo in funzione. Ma lo scorso 29 giugno il Comune , che firmava una convenzione con la società Oesum Digital Exibition vincitrice di un bando regionale per la realizzazione di una piattaforma multimediale e multicanale che dovrà servire per la promozione e valorizzazione delle mostre di arte dell'anno 2015 che si terranno nel museo Maca, tra i servizi affidati in gestione alla società inseriva anche " caffetteria e ristorazione da effettuare nei locali adibiti a Caffè Lettarario" per la durata di cinque anni. Un affido diretto, senza bando di gara per la gestione di uno spazio pubblico che, andando palesemente al di la di quella che è la promozione dell'attività museale , ha provocato l'indignazione di comitati e singoli cittadini. In particolare, a sollevare la questione l'imprenditore Giacinto Le Pera che lo scorso 10 giugno, prima della firma del contratto in questione, chiedeva agli amministratoti, in attesa del bando per l'affido , di poter utilizzare i locali del caffè letterario per i quattro fine settimana di luglio e i quattro di agosto per l'organizzazione di alcuni eventi da concordare in ogni caso con la giunta . Una richiesta quella che non trovo mai risposta mentre gli amministratori si prestavano a firmare il 29 giugno la convenzione. Tante le anomalie rintracciate da Le Pera in quel contratto che ha più volte denunciato la poca trasparenza nella gestione della vicenda da parte del Comune. Dichiarazioni avvalorate da una missiva datata 11 luglio in cui Silvio Vigliaturo, direttore artistico del Maca e compagno di Paola Gambino, amministratore delegato della Oesum, parlando per conto della società firmataria della convenzione con l'Ente, ha effettuato una serie di precisazioni. Vigliaturo rivolgendosi al sindaco Tenuta ha spiegato di essersi accorto solo dopo la firma del contratto dell'affido alla società della sua compagna anche del caffè letterario. Pertanto , alla luce di ciò Vigliaturo scriveva : "Mi devi perdonare se ti dico che io in questo modo , non lo farò mai. Semmai dovessi farlo ( gestione del caffè letterario) , sarà perché avremmo partecipato ad un bando pubblico libero a tutti e qualora ne fossimo usciti vincitori ". Parole molto forti che hanno obbligato gli amministratori ad intervenire. Una svista o forse una scarsa valutazione della situazione, così ha sommariamente sintetizzato il sindaco Tenuta che, sull'onda della polemica, ha proceduto alla sottoscrizione di una nuova delibera. Nel nuovo documento, l'esecutivo Tenuta fa presente che si dovrà procedere a rettifica ed integrazione del contratto stipulato con la Oesum. In pratica, la nuova convenzione che passerà anche in consiglio, sarà depennata dell'affido del caffè letterario alla società. Sulla vicenda è intervenuto anche il comitato cittadino "Beni Comuni Acri". "Siamo convinti che la trasparenza sui beni comuni non debba passare al vaglio della magistratura - hanno spiegato dal Comitato- in quanto tale istituzione agisce attraverso leggi che non tutelano la giustizia e l'uso oggettivo dei beni in questione, ma da un'etica perseguibile tramite la pressione e l'attenzione della collettivita". Quindi dal comitato riflettori puntati sul Maca: "Oltre alla palese anomalia, tutta acrese, di intitolare, disporre e far gestire il museo civico ad un artista vivente con relativo conflitto di interessi, da anni come comitato chiediamo che vengano pubblicati, in modo dettagliato, i costi con relativi bilanci della struttura museale, e non, ed a questo si aggiunge la mancanza di trasparenza riguardante un finanziamento regionale di euro 150.000,00 per la gestione degli spazi all'interno del museo, guarda caso assegnati ad una societa` facente capo a persona vicina al direttore artistico. Gli enti culturali pubblici - hanno concluso dal comitato - non devono essere usati per scopi personali e lucrativi ma utilizzati e gestiti nell'interesse della comunita` con la partecipazione aperta ad essa e non attraverso i nominati, spesso a vita, dalla partitocrazia locale e regionale". |
PUBBLICATO 16/08/2015
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