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Nessun colore politico per la sanità

Foto © Acri In Rete
Salvatore Palumbo
La Sanità non ha e non deve avere colore politico, bisogna svestirsi da politico di destra e politico di sinistra lavorando tutti insieme, perché negli anni fino ad oggi si è pensato troppo al colore politico che alla sanità. Ho seguito in prima persona la vicenda del nostro Ospedale “Beato Angelo”, tramite il vice presidente del consiglio Regionale Luca Morrone ed il sindaco di Acri Pino Capalbo. Nel merito vorrei esprimere la mia opinione: Confrontandomi con gli stessi, con il Direttore Sanitario ff e con gli “addetti ai lavori”, ho potuto percepire l’importanza di questo servizio, perché oltre ad avere figure professionali e richiedere altri operatori sanitari, probabilmente servirà anche ad evitare il trasferimento di alcuni reparti ed il trasferimento del personale medico, come già stava avvenendo, dall’ospedale Beato Angelo e non è poco. Riguardo alla collocazione del reparto COVID, da parte dei tecnici dell’ASP, a mio avviso è stata una decisione corretta in quanto non viene a crearsi promiscuità tra i reparti presenti (parametro essenziale), ma nonostante ciò ho invitato chi di dovere a valutare bene questo parametro essenziale, e per i reparti che erano presenti nel nuovo padiglione, è stato garantito che essi continueranno ad erogare i servizi normalmente, la sala operatoria continuerà a svolgere interventi programmati, i servizi ambulatoriali ed alcuni posti letto di chirurgia verranno trasferiti nel padiglione di medicina.Positivo è il consiglio straordinario che abbiamo chiesto, così da poter mettere i cittadini a conoscenza della realtà dei fatti, approfondendo alcune questioni sollevate in questi giorni. Infine voglio invitare tutte le forze politiche del nostro territorio, e del comprensorio, a batterci uniti per questioni Serie e Concrete come l’arrivo di personale sanitario necessario, un radiologo o un altro anestesista, chiedere di poter realizzare anche una sub-intensiva ad Acri e tanti altri vantaggi per il nostro Ospedale. Analizzando la situazione sicuramente non possiamo sentirci del tutto vincitori ma assolutamente neanche vinti, possiamo continuare con la volontà e l’impegno di lavorare per eliminare (IN TUTTI I SENSI) quella definizione di “area disagiata di montagna”, ma sono sicuro che la Città di Acri merita sempre di più e oggi da questo si può e si deve RIPARTIRE.

PUBBLICATO 01/12/2020





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