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La verità sulla paralisi del Consiglio comunale: maggioranza allo sbando, città senza guida

Foto © Acri In Rete
Consiglieri comunali di opposizione
In merito al post pubblicato dalla testata locale Acri in Rete, che evidenzia come i Consigli Comunali ad Acri si svolgano “con il contagocce”, riteniamo doveroso intervenire per chiarire alcuni aspetti fondamentali e confermare, purtroppo, la fondatezza della critica mossa.
È vero: l’ultima seduta del Consiglio Comunale risale al 21 luglio, e da allora silenzio assoluto! Nessuna convocazione, nessun confronto, nessun atto di responsabilità politica, nonostante la città sia schiacciata da problemi gravissimi che avrebbero imposto riunioni regolari e un lavoro istituzionale intenso e continuo.
Tuttavia, è altrettanto doveroso sottolineare che i consiglieri di opposizione hanno avanzato per ben due volte la richiesta di convocare il Consiglio Comunale: la prima richiesta è stata rigettata e la seconda, ad oggi, non ha ricevuto alcun riscontro.
Nonostante ciò, il rilievo della testata è assolutamente condivisibile: la città vive un evidente stato di difficoltà amministrativa e politica, e l’assenza di discussione aggrava ulteriormente la situazione, ma se il Consiglio non viene convocato, la responsabilità politica è della maggioranza e del sindaco, non certo dell’opposizione.
Le ragioni di questa paralisi sono chiare: il sindaco evita scientemente di convocare il Consiglio Comunale, limitandosi a farlo solo quando è strettamente necessario, perché è consapevole di non avere più una maggioranza solida e teme di “andare sotto”. Come noto, infatti, la sua maggioranza si è ridotta a 9 consiglieri contro gli 8 dell’opposizione, e basta l’assenza, la defezione o il malumore di un solo consigliere per far crollare l’intero castello di sabbia che regge questa amministrazione.
Un sindaco che governa con il terrore dei numeri non è libero: è ostaggio dei suoi, condizionato da veti incrociati, ricatti politici e guerre interne che ormai logorano ogni possibilità di azione e ogni singolo consigliere, da solo, può diventare determinante e condizionare scelte, nomine, posizioni e atti amministrativi.
Peraltro, questa fragilità non si limita solo ai Consigli Comunali, ma ha paralizzato anche l’attività delle commissioni.
Per mesi le commissioni non sono state in grado di riunirsi perché la maggioranza non riesce più a garantire il numero legale.
E infatti, la “commissione” sul PSC prevista per lunedì - convocata solo grazie alla richiesta di alcuni consiglieri di opposizione - è stata furbescamente, fatto gravissimo questo, trasformata in una semplice “riunione tra consiglieri” proprio per aggirare il problema del numero legale che la maggioranza ormai non può più assicurare. Un espediente imbarazzante che certifica, più di mille parole, la totale dissoluzione di un gruppo, quello che sostiene il sindaco, che ormai non ha più ragione di esistere politicamente.
Il risultato è una città paralizzata da una maggioranza litigiosa, instabile e incapace di amministrare.
Il sindaco, invece di occuparsi dei problemi di Acri, è quotidianamente impegnato a tenere insieme una squadra che non c’è più, a distribuire equilibri, a trattare malumori, a evitare che qualcuno “stacchi la spina”.
Una giunta che sopravvive giorno per giorno non può affrontare né tantomeno risolvere le questioni che toccano la vita dei cittadini e Acri merita molto di più di un governo che fugge dal confronto, che blocca il Consiglio Comunale per paura dei numeri, che trasforma le commissioni in riunioni informali pur di non inciampare nella propria fragilità politica.
Insomma, Acri è allo sbando, i problemi crescono e la principale istituzione democratica del territorio — il Consiglio Comunale — non può continuare a rimanere paralizzata per colpa di una maggioranza risicata e lacerata da continue beghe interne che impedisce di affrontare e risolvere i problemi che davvero interessano ai cittadini.
Come opposizione continueremo a pretendere trasparenza, confronto e assunzione di responsabilità.
Noi ci siamo e continueremo a esserci.
Chi sta scappando dalle proprie responsabilità è chi dovrebbe governare.

PUBBLICATO 29/11/2025





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