OPINIONE Letto 2070

I valori democratici si coltivano e si difendono sempre


Foto © Acri In Rete



Una società non può prescindere dalla conservazione della sua memoria storica. Ne va la maturità dei suoi componenti, ne va il credito della Nazione nelle relazioni internazionali.
Per tenere vivo il proprio passato si tengono convegni, seminari, mostre anche nei piccoli paesi sollecitati da quel che succede nell’intera Italia. Anche se da una realtà all’altra le azioni possono risultare più o meno incisive, ognuno si sente in cuor suo orgoglioso delle proprie radici.
In Acri, c’è consapevolezza di questo sentimento, ma i suoi abitanti, nel momento di manifestarlo pubblicamente, purtroppo, rimangono quasi inibiti, distaccati.
Le due ricorrenze radicate nella mente degli italiani, il 25 aprile e il 4 novembre, sembrano che siano vissute dalla popolazione acrese come due giorni qualsiasi, come se gli avvenimenti non avessero intaccato la storia delle loro famiglie.
Annualmente, le due date vengono ricordate ciascuna con un corteo di rappresentanti istituzionali (sindaci, assessori, vigili urbani) e di cittadini per le vie di Acri.
Ognuno di questi cortei raccoglie al massimo una quindicina di persone, oltre alla Banda Musicale, e si conclude con un discorso commemorativo e la deposizione di una corona di fiori al Monumento ai Caduti.
L’indole estremamente riservata degli abitanti di Acri non può essere una scusante per la risposta paradossale e contraddittoria che essi offrono agli appuntamenti importanti.
La mia mente non scorderà mai la Giornata per la Legalità che si organizzò ad Acri il 23 maggio 1993, in occasione del primo anniversario della morte di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
La popolazione, quel particolare giorno, perse un’altra opportunità per esprimere gratitudine a coloro che avevano sacrificato la propria vita per far prevalere la giustizia e l’onestà sulla barbarie: solo una ventina di studenti, senza neanche la banda musicale, percorsero le strade di Acri in corteo, per giunta fra lo stupore dei passanti! Lo Stato italiano, nonostante mantenga viva la memoria, non può fare a meno di assistere alle spiacevoli sorprese che gli provengono dal mondo politico.
Da quasi un trentennio, si sta facendo più evidente, in qualche componente del suddetto mondo, l’obiettivo di far perdere memoria storica alla collettività, per fare attecchire nuovi prodotti culturali (il guadagno, il self-made man, il rampantismo sociale, la retorica, ecc.).
L’accoglienza degli italiani la si può dedurre dal successo in politica di un personaggio proprietario di TV.
La deriva socio-politica ha, poi, raggiunto il suo apice quando una grossa parte degli italiani ha applaudito un Capo di Governo che dava “ricette” di inaudita superficialità ("Contro la precarietà? Sposare mio figlio o un milionario" - «Ho troppa stima per l'intelligenza degli italiani per credere che ci possono essere in giro tanti coglioni che votano per il proprio disinteresse») e che, fuori dall’Italia, nella UE, suscitava solo derisione ed inaffidabilità!
La maggioranza degli italiani ha avuto, nel suddetto periodo, un sonno della ragione così profondo e duraturo che ha permesso a qualcuno di riaccendere la fiamma dell’ideologia fascista e dare aspirazioni di potere politico ad ogni razzista.
Con amarezza debbo convenire che l’uomo prepotente tende, per sua natura, ad approfittarsi dell’educazione e della compostezza degli altri per imporre il suo pensiero e la sua spregiudicatezza.
Quest’anno, a causa della pandemia del covid-19, l’anniversario del 25 aprile si è celebrato nelle proprie case, esponendo la bandiera italiana e partecipando ad una manifestazione virtuale collettiva, alle ore 15:00, cantando “Bella ciao” sul balcone.
In Acri, le uniche bandiere che ho visto dal mio balcone sono state quelle di casa mia; mentre le note di “Bella ciao” mi sono giunte da lontano, flebili.
Immagino che di bandiere ce ne siano state tante altre, ma se non fosse stato così potrei constatare, ancora una volta, l’apatia degli acresi a partecipare ai fatti nazionali e a dimostrare autonomia mentale, intraprendenza, coraggio.
Bastava un piccolo gesto e sarebbero stati protagonisti della loro vita.
Non dovremmo, infatti, esimerci di esternare il nostro pensiero, come non dovremmo fare a meno di ribadire in qualsiasi momento che i valori democratici sono anche una nostra conquista.
Adesso più che mai dovremmo allontanare qualsiasi subdolo tentativo di annebbiamento mentale e tenere presente che le nostre libertà si difendono giorno per giorno per onorare la memoria di coloro che le hanno conquistate 75 anni fa, sacrificando la loro vita.
Per fortuna, a distanza di qualche giorno, mi è alzato il morale, quando ho saputo che la città di Acri ha celebrato degnamente la Festa del 1° maggio, facendo esibire 9 musicisti in un mini concerto (trasmesso, finanche dal TG Calabria) davanti e dentro il Municipio.
La bella iniziativa è stata organizzata dall’Associazione “Siluna fest” e sponsorizzata dall’Amministrazione comunale e dalla testata giornalistica “Acri in rete”, a cui vanno i miei ringraziamenti!

PUBBLICATO 06/05/2020  |  © Riproduzione Riservata

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