COMUNICATO STAMPA Letto 2812

La caduta dell’impero delle ombre


Foto © Acri In Rete



Manca ormai sempre meno tempo al momento che passerà, probabilmente, alla storia del Comune di Acri come la caduta dell’impero delle ombre.
Ed in questo titolo, a metà strada fra il romantico e l’ironico, sono in realtà racchiusi gli anni del governo guidato dal Sindaco Capalbo, caratterizzati da moltissime ombre e poche luci, e non ci riferiamo soltanto all’irrisoria intensità luminosa emanata dai lampioni che fiancheggiano le nostre strade, quanto piuttosto agli eventi che hanno contraddistinto il percorso politico ed amministrativo della squadra di governo messa in piedi da Capalbo.
La deludente gestione della cosa pubblica può essere riassunta dalla celebre massima nietzschiana di “ come il mondo vero finì per diventare favola”, ovvero caratterizzata da una visione idilliaca fatta di promesse rimaste però lettera morta, incapacità nell’ affrontare l’ordinario e nel programmare in maniera lungimirante il futuro. La situazione dell’ospedale acrese appare emblematica e nello stesso tempo paradossale: ci si aggrappa ormai soltanto a viaggi da (o della?) Speranza, per tentare di rimediare ad una serie crescente di mancati risultati.
Negli ultimi tre anni, l’ Amministrazione ha effettuato un ampio turnover assessorile, senza mai raggiungere i risultati sperati.
Rimangono per ora misteriose, come avvolte appunto nelle ombre, le motivazioni per cui l’ ex Assessore Iaquinta abbia deciso di dimettersi.
In tredici ore (!) di Consiglio Comunale non è emerso nulla di convincente in tal senso; in un articolo comparso sulla stampa online locale, si parla di “ una diversa concezione della res pubblica e vari accadimenti che hanno minato la credibilità dell’istituzione”. Trattandosi di una questione di rilevante attinenza pubblica, crediamo doveroso ricevere una risposta meno enigmatica e più esaustiva.
È notizia delle scorse ore, inoltre, l’addio in seno alla Giunta pure dell’Assessore Le Pera, il quale abbandona il suo incarico per motivi personali e professionali; nel calcio, quando si cambiano gli interpreti così frequentemente, spesso addirittura peggiorando la qualità complessiva della rosa a disposizione, non si possono che addebitare le colpe maggiori all’allenatore, in quanto incapace, evidentemente, di creare un feeling vincente. Ergo, se volessimo applicare tale concetto alla politica locale, sarebbe forse il caso che il Sindaco cominci a prendere in seria considerazione l’idea di fare un passo indietro, magari dimettendosi, ed evitando in tal modo di far vivere ai cittadini questa ennesima girandola di poltrone. In realtà, ciò che accadrà a breve è facile da prevedere: l’ ennesimo ripescaggio, preferibilmente attingendo dalla lista del PD, nella quale sono rimasti ormai pochissimi nomi da poter spendere. Quando, poi, si sente dire che il 70% del programma, con cui Capalbo si è presentato alla cittadinanza, è stato realizzato, si riesce a stento a trattenere la più viscerale ilarità. Basta difatti guardare attentamente il programma che campeggia sulla sua pagina Facebook per rendersi conto di come quasi tutte le voci siano rimaste solo intenzioni.
Partendo dall’istituzione dell’Ufficio Legale, per arrivare alla creazione nelle zone di Acri Centro, Là Mucone e San Giacomo, di tre postazioni di elisoccorso, dal potenziamento della rete e delle risorse idriche, all’internalizzazione del servizio di raccolta differenziata attraverso l’impiego del personale comunale in house, dalla sistemazione delle strade comunali fino alla cura del verde pubblico e del decoro urbano. Ed ancora, decine di altri punti promessi, ma nel contempo disattesi, irrealizzati e forse irrealizzabili, di cui ognuno può prendere agevolmente visione. L’istituzione dell’Ufficio Legale, posta al vertice del progetto politico di Capalbo, è stata fin da subito abbandonata, in favore del meccanismo delle short-list, successivamente rimpiazzato della pratica dell’affido diretto, un tempo contestata proprio da Capalbo, quando egli stesso sedeva tra i banchi dell’opposizione.
Delle tre postazioni di elisoccorso, ad oggi nemmeno l’ombra; forse ne verrà realizzata a malapena una, e non certo per meriti interamente ascrivibili all’attuale Amministrazione Comunale. Piuttosto che il potenziamento della rete e delle risorse idriche, i cittadini finora hanno potuto apprezzare la frequente carenza di acqua corrente nelle proprie abitazioni, e non ci sentiamo di escludere che anche la prossima estate sarà l’ennesima di passione sul fronte acqua.
Sull’internalizzazione del servizio di raccolta differenziata si potrebbe parlare fino alle calende greche; ci limitiamo a dire che Capalbo, al fine di giustificare la precedente scellerata gestione regionale, nello scorso Consiglio è arrivato quasi ad attribuire la colpa della crisi del settore ai… cittadini, specie coloro che si sono costituiti come Comitato “ No all’Ecodistretto”. Fatto grave, inaudito ed inaccettabile.
Al pari della scelta di non essersi voluti avvalere di un referendum cittadino (strumento che compare tra l’altro nel programma), allo scopo di riuscire a dirimere la questione, permettendo così ai cittadini favorevoli e a quelli contrari alla realizzazione dell’Ecodistretto sul nostro territorio, di potersi democraticamente confrontare, forse temendo che un’ ipotetica vittoria del “no” si sarebbe potuta trasformare in un grave insuccesso politico per il Sindaco.
La sistemazione delle strade comunali era una delle priorità fin dall’insediamento di Capalbo, ma ad oggi, al netto del risibile intervento telefonico di un tal Vincenzo da San Giacomo, lo stato in cui versano le arterie stradali si commenta da solo, ed i previsti lavori di bitumazione rischiano di costare ai cittadini sangue e lacrime. Per quanto concerne la cura del verde pubblico, prendiamo in prestito le parole del cantautore Francesco Guccini, “ quell’erba ci cresceva tutt’attorno, per noi crescevan solo i nostri guai”.
Con obiettività, si deve ammettere l’ assoluta imbattibilità dell’Amministrazione Capalbo nell’attribuirsi meriti che non le competono. Potremmo riportare numerosi esempi, ma volendo restare nell’alveo dell’attualità, sottolineiamo il clamoroso abbaglio del Consigliere Morrone riguardo l’apertura, non più a singhiozzo, dell’ Ufficio Postale di San Giacomo (oltre a quello di Là Mucone), celebrato come risultato politico conseguito dall’Amministrazione, ma smentito a strettissimo giro di posta (tanto per rimanere in tema), dall’affermazione secondo cui l’apertura regolare era già stata programmata dai responsabili dell’azienda.
Infine vogliamo evidenziare il balletto degli ottomila euro, prima stanziati e poi revocati, per l’ acquisto di medaglie da consegnare ai dipendenti comunali in quiescenza, malgrado si parli ogni istante di dissesto e di casse comunali vuote.
Il processo di disgregazione porta dietro di sé,inevitabilmente, delle macerie; da queste sarà necessario ripartire per garantire un futuro diverso a questo territorio, sovente ostaggio di coloro che si sono abbarbicati alla politica per vivere, invece di vivere, magari, per il semplice gusto di fare politica.

PUBBLICATO 17/06/2020  |  © Riproduzione Riservata

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