OPINIONE Letto 2567

Il bidone delle miserie umane


Foto © Acri In Rete



Questo bidone è grande, pesante e sempre pieno. Non c’è camion in grado di portarlo alla discarica profonda ed inabissarlo definitivamente. Si tratta del bagaglio di cui la civiltà odierna si vorrebbe liberare, ma per innata debolezza si porta dietro. Mettiamo da parte gli occhiali del facile ottimismo e dell’esagerato pessimismo, inforchiamo gli occhiali della realtà, apriamo e guardiamo nel bidone. Al di sopra galleggia la densa crema delle molteplici promesse dei “grandi della terra”. Sotto la densa crema sta il vasto strato della vera miseria. Le componenti della grande miseria sono quattro dolorose realtà: fame, sete, malattie, guerre. Qualora il dubbio reclamasse accertamenti, tutti invitati a fare sopraluogo in un “campo profughi” africano. Se scegliamo il Darfour, in Sudan, una giornata, anche accelerata, non basta per prendere visione della “vita sub-humana”. Il campo è un’intera vasta regione. Nel “Riccardo III°” di Shakespeare troviamo il rimprovero di Lady Anne al Duca di Gloucester: “Sciagurato, tu non conosci la legge di Dio, neppure quella degli uomini. Eppure non v’è belva tanto feroce che non provi qualche senso di pietà!”. Il Duca: “Ma io non ne provo alcuno, per questo non sono una belva”, Soggiornare in “campo profughi” significa bruciare le proprie illusioni, significa stazionare nell’Inferno dove ogni giorno apre senza speranza. Superiamo l’odore inconfondibile della miseria ed analizziamo il reparto “guerra”. Ogni conflitto apre voragini profonde dove sprofondano vita e storia delle persone. La cronaca, che occupa più pagine nei quotidiani, è sempre e solamente cronaca luttuosa. Guerre e guerriglie in corso aumentano vertiginosamente la morte dei più validi, aumentano il numero degli affamati, degli assetati, degli storpi non più atti a produrre. La guerra diventa più inumana quando si trasforma in guerra di etnia, il nome muta in “genocidio”.Rouanda e Bosnia ricordano date non troppo lontane, il numero delle vittime, meglio lasciarlo negli archivi. Quando poi la guerra si fa in nome di Allah, meglio non parlarne, solo un fatto di cronaca recente: a Kabul una bambina di 12 anni, Aisha, ha l’ardire di andare a scuola e inoltre non indossa il niqab. Ciò offende Allah, il talebano che l’incontra l’afferra per i capelli e gli taglia la gola, la lascia in mezzo alla strada, affinché sia di monito, e rinfodera il coltello. La “Convenzione di Ginevra” è morta quasi subito, sepolta insieme alle numerose tregue. La violenza fa gli straordinari e brucia le speranze di interi popoli, lascia bambini con gli occhi cerchiati da fameliche mosche. “Antropico” è un termine di recente conio, indica una società che ha perduto il giusto senso della direzione. Sembra che l’intera comunità umana abbia perduto direzione. La cattiva gestione e la cattiva qualità delle acque, insieme alla mancanza di fogne e la difficoltà a gestire i rifiuti, restano dispersi nell’ambiente, sono fattori che rendono vulnerabile Africa e tanti altri paesi. L’accesso alla fonte sicura, cioè non contaminata da agenti patogeni, è negato alla maggior parte della popolazione. Non mancano i volenterosi che scavano il pozzo fino alla falda, ma l’acqua è sporca e già inquinata dai rifiuti e dalle acque reflue, dagli escrementi umani ed animali. Bere tale acqua significa: malattie diarroiche, tifo, amebiasi salmonellosi. Durante la stagione delle piogge spesso esplode il colera. La fascia più colpita: donne e bambini che non resistono alla disidratazione. In molti, in troppi villaggi bisogna percorrere kilometri per trovare acqua da bere e per lavare. Allevamento ed agricoltura sono inesistenti: nasce e prospera il problema “fame”. Vedere un bambino rachitico, scheletrico, con testa e volto da vecchio fa rabbrividire. Si sa che si fa l’elemosina, ma l’elemosina aiuta a sopravvivere, non a produrre. A riflettere bene, l’elemosina è collaudato modo di umiliare. Un’altra macchia nera, bene espansa nel bidone, è la schiavitù per il sesso; bambini e bambine inseriti nel mercato del sesso a pagamento. Si trovano sulle strade, nei locali da ballo, nelle sale da massaggi, sui battelli: tutti e tutte a comodo uso dei denarosi turisti. La schiavitù sessuale ormai è una prassi molto comune. Le malattie a diffusione sessuale aumentano pericolosamente: sifilide e aids, non sono di ieri, sono di oggi. Questo genere di schiavitù è il più umiliante. L’Organizzazione mondiale del lavoro informa che nelle sole Filippine il numero ruota intorno ai quattro milioni di giovani schiavi. Non ci si specchia volentieri nelle proprie miserie, e vederle negli altri non porta consolazione. Ma anche tra le macerie dell’esistenza, se l’Angelo protettore dei “Grandi incoscienti” strapazza loro il cuore, possono crescere i fiori e moltiplicarsi i miracoli. Come prima cosa bisogna distruggere il bidone maledetto; la speranza, anche se fragile come le ali di farfalla, tornerà ad offrire armonia, non pianto, tornerà ad offrire suoni, non spaventose detonazioni, colori, non fumo di cordite. L’incantesimo di non sentire pianto di bambini affamati, e non vedere mai più una bambina sgozzata in mezzo alla strada dalla nera miseria del cuore e dall’ottusità di mente tenebrosa, può verificarsi. Il coltello, che viene levato in nome di “Allah Clemente e Misericordioso”, per sgozzare bambine, può essere adibito ad altro. Quasi tutte le religioni hanno versato sangue, continuare a versarlo significa continuare ad ignorare “la Grande Maestra della Vita”: la Storia. Crasso sottosviluppo mentale di chi sa usare solo armi, e in armi si mostra senza…volto. Le frenesie di Putin non meritano neppure di essere biasimate: spandono terrore e mietono vittime più della peste che ci opprime da quasi 2 anni. Le vittime innocenti fanno veramente piangere, appena affacciati alla vita trovano morte. E’ insulto alla vita. La selvaggia crudeltà non ha spiegazioni, è come dire “prima ti uccido e poi ti spiego”. Il citato bidone è strapieno e nessuna discarica è disposta accettarlo. Le riflessioni sono premature…qualche lacrima da occhi asciutti. P. Petrone Leonardo

PUBBLICATO 21/03/2022  |  © Riproduzione Riservata

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