OPINIONE Letto 1933

Il borgo dei malmostosi


Foto © Acri In Rete



Benvenuti nel borgo dei malmostosi! Dove il pensiero critico ha rinunciato ad albergare, dove cambiare opinione è il prezzo da pagare per salire sul carro del vincitore, dove le critiche costruttive non sono ben accette e i dissidenti finiscono esiliati sulle personalissime e poco frequentate paginette social, additati come nemici della patria.
Qui, nel borgo, vige la regola che lamentarsi è semplicemente l’anticamera della sistemazione all’ombra del potentato di turno e quindi che non tutte le lamentele possono ricevere adeguato ristoro.
L’informazione poi è la cartina di tornasole del regime instaurato nel regno dei malmostosi. C’è chi riempie le pagine virtuali con le rubriche più disparate, chi si diletta a spettegolare rubando i contenuti delle pagine più seguite, chi si nasconde dietro agli pseudonimi per non firmare scritti criptici che ne delineano l’insofferenza latente, profonda, incontenibile.
Eppure i malmostosi di ieri, pronti a scagliarsi contro tutto e tutti, oggi li ritroviamo comodamente appollaiati sulle poltrone concesse loro per grazia ricevuta, per meriti conseguiti nella propria metà del campo, per fedeli servizi resi.
Particolarmente attivo, nel borgo dei malmostosi, risulta l’associazionismo, scientemente impegnato a ritagliarsi uno strapuntino di visibilità con eventi rigorosamente annuali e sporadici, che parrebbero richiedere la stessa mole di lavoro di un festival canoro appena conclusosi. Del resto nel borgo è abitudine ormai consolidata conferire premi e cittadinanze onorarie a improbabili testimonial, che incassato il riconoscimento spariscono come le leccornie che qualche attimo prima affollavano opulenti buffet all’uopo allestiti.
Caratteristica saliente, poi, degli abitanti del borgo è senz’ombra di dubbio la velocità con la quale si scaricano le responsabilità sugli altri, rifuggendo da salutari prese di coscienza e analisi profonde tendenti a scovare i propri demeriti piuttosto che i chiacchierati meriti altrui. Non è evento raro, infatti, incontrare sulle pagine social ascrivibili al borgo, malmostosi che dapprima lamentano la mancanza di spettacoli dal vivo per salutare l‘anno nuovo, gioiscono per aver suggerito in tempi non sospetti l’evento, ma con la velocità di cui sopra sguainano le spade per contestare la diseconomicità dello show rispetto ai disservizi registrati nel corso dell’anno archiviato qualche ora prima!
In cima alle preoccupazioni dei malmostosi, infine, troviamo l’inverno demografico, lo spopolamento per motivi economici e l’invecchiamento della popolazione residua, spesso non più autosufficiente e priva dei servizi sanitari di primaria importanza. Come se i registri anagrafici del borgo avessero accolto fra i nuovi iscritti il nucleo familiare al completo della noia e di tutte le sue accezioni negative.
La stessa noia che potrebbe aver suggerito a dei buontemponi di emulare un liceale romano pizzicato poco prima di Natale a sostituire i volti delle immagini digitali create con applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, con quelli delle compagne di classe e persino di un’insegnante. Immagini non proprio edificanti finite per fortuna solo sullo smartphone del liceale che dopo averle mostrate ad altri studenti si è ritrovato sul groppone una sospensione e una denuncia soltanto social che, purtroppo, non è bastata a fermare gli adulatori dell’app che “spoglia” le ragazze. Filmati innocenti postati sulle piattaforme più frequentate dagli adolescenti che vengono trattati digitalmente con l’ausilio dell’intelligenza artificiale e restituiti sotto forma di contenuti espliciti.
Decisamente troppo per restare semplicemente malmostosi, ma a quanto pare ancora non abbastanza per urlare insieme e con forza: RAGAZZE NON SIETE SOLE...

PUBBLICATO 24/02/2025  |  © Riproduzione Riservata

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