La nostra città è un tesoro di cultura e storia e le attività culturali che vi si svolgono sono fondamentali per la definizione della nostra identità e del nostro sviluppo sociale.
Gli eventi culturali, le mostre d’arte, i concerti e le rappresentazioni teatrali sono solo alcuni esempi di come la nostra comunità si impegna a preservare e promuovere la cultura locale e nazionale. Tali attività non costituiscono soltanto una fonte di arricchimento della nostra esistenza, a livello culturale, sociale e antropologico, ma fungono da strumento di condivisione, espressione e scoperta di nuove prospettive e di stimolo al rafforzamento dei legami sociali.
Non ultimo, attirando visitatori e turisti, contribuiscono anche allo sviluppo economico.
Pertanto, ritengo fondamentale che si continui a sostenere e valorizzare queste attività, poiché rappresentano il cuore pulsante della nostra città contribuendo a renderla un luogo vivibile e attraente per ciascuno.
Dalla sinergia, opportunamente creata con le associazioni, è scaturita un’offerta socioculturale varia e di qualità. A fronte di tutta questa vivacità, attestata dai fatti, spiace purtroppo rilevare, che sia invalsa l’attitudine a descrivere Acri, strumentalmente e in modo volutamente distorto, come una città soltanto afflitta da criticità di ogni sorta: chi lo fa mente sapendo di mentire!
Non rendendosi conto di operare in modo distruttivo verso una città, non priva di problemi certamente, ma che resta accogliente e solidale.
Naturalmente, con quanto scrivo, non intendo in nessun modo alienare il diritto a una critica costruttiva (e non distruttiva!) che conduca a un fecondo e concreto confronto dialettico tra le parti.
Tuttavia, ritengo che questo inalienabile diritto al dissenso e al confronto, anche acceso tra le parti, non si trasformi in un espediente per dare inizio a premature campagne elettorali, il cui unico esito sarebbe quello di condurre i cittadini e le cittadine allo sfinimento psicofisico, riducendo al minimo energie e idee utili se espresse in altri contesti e con modalità differenti. Mi spiace, altresì, rilevare che le critiche giungono di frequente da chi non si è mai palesato a un concerto, alla presentazione di un libro, ad una qualsiasi manifestazione culturale.
Forse costoro si ritengono culturalmente superiori rispetto a quanto proposto? Così come , non vivendo Acri , se non nei ricordi, si narra di una città preda di chissà quale maleficio politico e culturale perdendo di vista l'oggettività di giudizio che proviene dalla condivisione del vivere quotidiano.
Opinioni, rispettabili ma , ovviamente, non condivise. Insieme a questo, vorrei sottoporre all’attenzione del lettore quanto sino ad ora costruito, argomentazioni da non interpretare come un mero elenco nelle quali piuttosto rilevare tra le righe l’impegno e la passione, la precisione e l’idea progettuale di fondo messa in campo dal sottoscritto e da tutta l'amministrazione comunale che, insieme ai consiglieri di maggioranza, cerca di programmare nel miglior modo possibile.
Tutto ciò a partire dal sostegno assicurato agli artisti locali, sponsorizzandone l’attività con mostre personali. La rivalutazione del “caffè letterario” come spazio pubblico e condiviso, nel quale mettere in contatto diretto la comunità con esperienze, autori e opere. Eventi culturali nei quali riverbera la ricchezza e caratura culturale della nostra comunità e il suo innato senso dell’accoglienza, l’operosità e vivacità delle associazioni e organizzazioni locali capaci di promuovere cultura. “Acri città che legge”, ad esempio, non è solo l’identificativo di una manifestazione di successo, ma anche il titolo di un progetto riconosciuto dal Ministero della Cultura, nonché la messa a fuoco e la decodifica di contenuti e valori espressi da un patrimonio inalienabile rappresentato dai libri e dai saperi.
Ma le mie argomentazioni non si rivolgono solo a quanto accaduto e realizzato e non vogliono esaltare l' operato dell’Amministrazione Comunale ma sottolineare a sollecitare percorsi sinergici e di condivisione.
Questo sguardo vorrei condividerlo con una comunità che guarda al futuro, a quei progetti che sono in fase di definizione, come il “Parco Culturale V. Padula”, incubatore pensato per ridefinire la configurazione urbana e culturale del centro storico, polo di attrazione a livello internazionale di flussi di turismo culturale e nuovo centro di ricerca rivolto a studenti e studiosi.
Importante, per la riconsiderazione in termini storici del nostro territorio, l’avvio dell’indagine conoscitiva su Serravuda che condurrà ad una campagna di scavi con i quali riqualificare il territorio anche dal punto di vista archeologico.
Tutto questo si compone lungo una rete di energie e di progetti condivisi tra le agenzie culturali di eccellenza presenti nel nostro territorio, la Fondazione “V. Padula”, il Museo MACA, il Museo “G. B. Falcone”, gli istituti scolastici presenti e operanti sul territorio che costituiscono un presidio di cultura e legalità che ha restituito ad Acri un ruolo centrale nel contesto provinciale e regionale. Ancora, l’incremento dei lavori pubblici, dell’edilizia scolastica, degli spazi verdi, l’inclusione sociale e dei servizi garantiti alla collettività.
Sguardo consapevole che oppone queste buone pratiche alla narrazione apocalittica e fuorviante di un costante spopolamento del borgo e di una gioventù sbandata e priva di riferimenti sociali e culturali.
Si guardi, piuttosto, a una generazione di giovani cittadini e cittadine interessati e coinvolti a una crescita individuale e collettiva consapevole, impegnati nel sociale e nella promozione di eventi culturali.
Naturalmente, non si vuole ammantare tutto di semplice e artificiale ottimismo, i problemi che la comunità acrese manifesta, sono noti e fatti oggetto, costantemente, di interventi correttivi, per i quali sarebbe utile la sinergia con l’intera comunità, superando divisioni e particolarismi fuorvianti e distruttivi.
Recuperare e operare un corretto senso critico, insieme alla predisposizione al dialogo e alla formulazione di proposte concrete, costituirebbe una linfa ancora più fertile se unita a quanto sino ad ora descritto, operando nella volontà di superare collettivamente criticità o errori di valutazione opportunamente rilevati, in una visione in cui l’individuo si fonde con la collettività.
L’Amministrazione Comunale lavora nell’interesse della comunità, si pone nel tessuto sociale e vive tra le persone che lo costituiscono e lo animano, si pone in ascolto e recepisce gli stimoli che provengono dalle critiche costruttive formulate con senso civico e concretezza sociale.
Resto convinto, pertanto, che nell’unione consapevole che non vuole dire appiattimento delle differenze, si può procedere nella difficile ma necessaria opera di realizzazione di percorsi sociali, culturali e politici condivisi e nondimeno dialettici, ponendo come primo motore del fare e del pensare la convinzione che la nostra città continui a essere un luogo di cultura, creatività e innovazione.