Cinema e dintorni, la triste parabola dell’arte ad Acri…

![]() Fa più rabbia che tristezza apprendere dagli organizzatori che, la ormai tradizionale rassegna teatrale che soleva svolgersi nei locali del cine-teatro comunale, quest’anno, non si terrà, (leggi qui).
E non per una diversa scelta degli organizzatori o per un annullamento della stessa rassegna. Non si terrà perché l’unico locale idoneo (si fa per dire) ad ospitare spettacoli teatrali nella nostra città, a causa di un debito non meglio specificato con i fornitori del gas, è praticamente inutilizzabile per assenza di riscaldamenti. Gli organizzatori (Comitato Pro Centro Storico) non se la sono sentiti di circondare la platea di stufe e stufette, improvvidi mezzi di fortuna a cui in altre occasioni, data la situazione, si è ampiamento ricorso. Per giustificare la situazione a molti potrebbe venire in mente quell’espressione ormai entrata nel quotidiano del vocabolario acrese: “il comune è dissesto finanziario” (cit.); Magico connubio di parole che, ormai, giustifica ogni genere di inefficienza o problematica che veda coinvolte le casse comunali. Così però, stavolta non è. Risalendo al dicembre 2013, nell’albo pretorio, compare una determina che affida alla JC ONTRHEROAD PICTURE S.R.L. di Rosaria Gaudio la gestione della struttura che, almeno per tutto il 2014 resta aperta promuovendo alcuni spettacoli, proiezioni di film per lo più. Non entreremo sulla qualità del servizio offerto, non spetta a noi sindacarlo, ciò che però qui rileva è che ad un certo punto questa società sparisce. Non sappiamo se per scadenza del contratto o per rescissione dello stesso per inadempienza. Siamo nel 2015 quando la struttura ricade nella piena gestione del comune che, verosimilmente, anche nel periodo di affido alla detta società, era comunque l’intestatario di tutte le utenze. Da li in poi il disastro. La struttura, già fatiscente ed obsoleta, viene abbandonata a se stessa, di film nemmeno l’ombra e finanche darla in patrocinio per convegni e manifestazioni inizia ad essere un problema. Ben presto arriva, per insolvenza, la chiusura delle forniture: le bollette non pagate sono troppe, qualcuno vocifera di decine di migliaia di euro. E così, una città che in zona Merolini da sfoggio di un enorme Teatro mai completato (i lavori si sono fermati a non molto dalla consegna dell’opera) nonostante diversi ex amministratori dicono che i fondi teoricamente ci sarebbero, si è ridotta a non avere nessuna struttura ove le arti, gli spettacoli e la cultura in genere possano trovare casa. Quante volte in nostri amministratori si sono adoperati per (quantomeno) capire, nelle opportune sedi, cosa fare per riattivare i lavori di completamento dell’opera? A quali dei molti bandi per iniziative culturali l’amministrazione ha partecipato con progetti ad hoc? Di iniziative (fatta eccezione per “Autori in biblioteca” promossa grazie all’impegno dell’ex assessore Ferraro poi, ovviamente, allontanato) non se ne sono viste. Musica, Teatro, Cinema, Lettura, Arte: gli orgogli dell’Italia nel mondo ripudiate. Una situazione drammatica e vergognosa, che palesa tutto il disinteresse del sindaco e dei suoi sodali, mai veramente interessati ad una politica culturale di lungo periodo considerata, più che altro, un impaccio, come un qualcosa da fare a tempo perso. Emblematica la fantomatica apertura del caffè letterario. Altra struttura in stallo e della quale, ad essere aperte sporadicamente, sono solo le porte quando qualche impavido ne chiede il patrocinio. Personale, programmazione e gestione rimangono anche li un capitolo sospeso. Eppure luoghi come il teatro, il cinema, il caffè letterario potrebbero diventare non solo centri di intrattenimento, ma bensì di divulgazione e di studio, luoghi ove la creatività trova sfogo, ove nascono e proliferano le idee, ove i giovani soprattutto potrebbero trovare e portare avanti un’alternativa sociale diversa dal triste bancone del solito bar. Sorridiamo quando torniamo a leggere le “letterine” minatorie dell’attuale assessore alla cultura indirizzate alla Fondazione Padula o al Maca, le uniche realtà culturali che, nonostante tutto, riescono ad attrarre turisti nella nostra città. Ora però è il momento delle risposte. Siamo stanchi delle scuse, del vorrei ma non posso, del volevo così ma è venuto colà. Basta davvero. Che qualcuno, almeno stavolta, si degni di rispondere. |
PUBBLICATO 21/01/2017 | © Riproduzione Riservata
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