Emigrazione e lavoro. Gli acresi ricercati ed apprezzati
Redazione
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Una conferma più che una novità. Meridionali, calabresi ed acresi in particolare, che danno un grosso contributo allo sviluppo socio ed economico del Nord.
Istituzioni, scuola, università, sport, spettacoli, ristorazione, ricerca, forze dell’ordine e, naturalmente, cantieri edili. Una lista lunghissima, a partire dagli anni ’60, che si arricchisce di anno in anno. Lavoratori apprezzati e ricercati. Come nel caso di un’importante ed imponente opera come il tunnel del Brennero. I lavori, iniziati nel 2008, dovrebbero terminare nel 2023. 64 chilometri per unire Austria e Italia. Sarà il tunnel sotterraneo più lungo del mondo. Una cantiere edile enorme dove gli operai sono quasi tutti meridionali, molti di Acri. Di questa vicenda se ne è occupato Massimiliano Boschi, sul portale Altoadigeinnovazione. Boschi ha effettuato un reportage sulla vita di questi lavoratori, quasi duemila. Il 60% è composto da calabresi, una buona parte di Acri. Si tratta di un lavoro duro e complicato, svolto in condizioni difficili. Si opera sotto terra in presenza di alte temperature, polvere di silice cristallina, rumori molto forti e mezzi meccanici tra cui camion, scavatori, ruspe, frese, macchine perforatrici. Insomma è come stare al’interno di una miniera e Serricella, che ha sfornato numerosi minatori, ne sa qualcosa. Inevitabilmente la salute dei lavoratori ne risente. Insomma una vita di enormi sacrifici e rinunce eppure, racconta Boschi, al cantiere, quotidianamente, si rivolgono persone, soprattutto giovani provenienti dal Sud, che vogliono lavorare. Perché i calabresi oltre ad essere laboriosi sono anche orgogliosi di poter contribuire fattivamente ad una delle opere pubbliche più grandi del mondo. |
PUBBLICATO 03/03/2019 | © Riproduzione Riservata

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