Rimbocchiamoci le maniche


Franco Bifano

Certo è incredibile! Il nuovo progetto che prevede la creazione di una “Casa della cultura”, per quanto non ancora presentato ufficialmente, sta già creando un certo disorientamento.
Infatti, per quanto sia in teoria una buona idea, nella pratica sta mostrando invece degli “effetti collaterali” discutibili. Tra l’altro sono anche effetti di una certa evidenza perché vanno dalle poco oculate ipotesi di trasferimento monumenti a sorprendenti richieste di rimozioni di opere realizzate in piazza. Sono questioni che stiamo scoprendo (è proprio il caso di dirlo per un museo itinerante) “strada facendo” e delle quali di certo avremmo fatto volentieri a meno! Nello spazio di pochi giorni, infatti, abbiamo prima appreso dell’intenzione di spostare la statua dedicata a Giovan B. Falcone (a proposito, mi auguro ci sia stato un ripensamento definitivo) e successivamente della richiesta di rimuovere “Piazza P48” realizzata su corso Sandro Pertini dall’ Associazione Hortus Acri, poco più di un anno fa. Ora, se la prima idea è sembrata in tutti i suoi aspetti poco ponderata, la seconda al contrario sembra ponderata, anche fin troppo. Al punto da apparire più che una concreta esigenza, un puro puntiglio. Si potrà obiettare che sul piano formale-burocratico tutto sia in ordine e che fosse una questione a suo tempo già contemplata. Smantellare una disposizione architettonica di arredi, realizzata e donata gratuitamente da giovani alla cittadinanza, stride con la volontà di creare un museo all’aperto per la comunità ma senza il coinvolgimento della stessa. Per questo, la decisione oggi “imposta” non sembra affatto quella giusta. Anche perché allo stato sembra fare a pugni con il buonsenso! Questo per tutta una serie di motivi: ad esempio, perché “piazza P48” è la prima creazione nel suo genere realizzata nella nostra città; perché è inserita bene nel contesto nella quale è stata posta; perché nel tempo è ormai diventata un riferimento per ragazzi e famiglie. Senza dimenticare che è stata a costo zero per la collettività, considerato che della necessaria “manutenzione” se ne occupa l’associazione che l’ha realizzata. Non sono dunque questi tutti buoni motivi affinchè, piuttosto che essere smantellata, la piazza sia invece tutelata e valorizzata? Mi piacerebbe invece conoscere i reali motivi del perché si intende rimuoverla. Non vorrei che l’Amministrazione fosse semplicemente orientata a guardare con maggiore attenzione in altre direzioni, depotenziando di fatto altre progetti validi e comunque alternativi. Nel tempo, purtroppo, segnali in tal senso non sono mancati. Ne vogliamo parlare? Le prerogative di una politica lungimirante dovrebbero essere quella di unire non di dividere. Di sostenere e incentivare in egual misura idee valide e progetti di qualità. Evitando in ogni modo di favorirne alcuni a discapito di altri. Questo dovrebbe avvenire sempre. A prescindere quindi dalle pur legittime aspettative politico-elettorali. Tocca a tutti noi vigilare che questo accada. Allora, rimbocchiamoci le maniche. |
PUBBLICATO 20/06/2020 | © Riproduzione Riservata

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