OPINIONE Letto 4334  |    Stampa articolo

Centro commerciale all'aperto

Foto © Acri In Rete
Enrico Erminio Cardillo
condividi su Facebook


Vivendo - da svariati anni - lontano dalla mia Regione, ma soprattutto dalla mia Amata Acri (CS), mi sono ritrovato - spesso - a ragionare sul perché del mancato (ritardato) sviluppo dei suoi territori.
È da parecchio tempo che cerco di elaborare una risposta corretta...
In realtà un'idea me la sono fatta, e sono qui per condividerla con chi avrà voglia di leggere questo scritto.
Credo che la questione risieda in una sola circostanza, ossia che i calabresi e gli acresi, da sempre, tendono alla divisione piuttosto che all'unitarietà. Mi spiego meglio.
Un luogo, per quanto irraggiungibile possa essere (e credetemi, Acri e la Calabria non sono poi così irraggiungibili come si suole credere, ndr) se è bello e/o offre servizi di qualità, mi riferisco soprattutto a turismo, eventi e servizi, è un luogo appetibile.
Un primo aspetto di divisione lo noto nella distribuzione delle comunità: tanti Comuni di piccole dimensioni e tante frazioni.
Questo frazionamento delle comunità, appunto, crea poca attrattività imprenditoriale (nessuno investe in luoghi poco abitati che non offrono prospettive di guadagno, ndr).
Ora mi concentro su Acri (CS). Se io, turista di passaggio, o emigrato in visita, mi trovo a fare un giro per il centro non ho la percezione delle attività commerciali, quindi preferisco spostarmi in un centro commerciale per fare i miei acquisti.
In realtà, però, Acri (CS) è una città che ha parecchie attività.
Basterebbe poco per fare si che chiunque, passeggiando per le vie del centro, o limitrofe, sia attratto da un prodotto esposto in una vetrina, anche se non era quello il suo intento...
Allora mi chiedo: perché voi commercianti tendente a "frazionarvi" aprendo le vostre attività in luoghi sconosciuti a chi non vive ad Acri (CS), invece di intasare la zona centrale dove chiunque avrebbe la voglia e l'opportunità di farsi una passeggiata per le vie dei negozi?
Bè, questo non l'ho mai capito...
Quando sono ad Acri (CS), mia moglie, che è una grande shopper (siciliana) mi dice sempre: "ma qua negozi non ce ne sono?".
Ed io, che non vivo ad Acri (CS) rispondo: "non lo so", alzando le braccia.
Poi proseguo dicendo: "scendiamo a Cosenza" (pur di farle spendere spendere soldi in Calabria)!
Allora commercianti, volete vedere che la questione sarebbe facilmente risolvibile, o quantomeno migliorabile?
Perché non costituite un'associazione e non andate a bussare alle porte dei proprietari dei locali insistenti in zona "Sopra l'orto" per affittarvi o comprare i loro locali?
Con poco creereste un irresistibile centro commerciale all'aperto!

PUBBLICATO 17/07/2020 | © Riproduzione Riservata





Ultime Notizie

LA VOCE DI PI GRECO  |  LETTO 1679  
In un borgo che muore la vita e' finita
Essere circondati dal buio pesto alle sette del mattino o alle sei di sera non e' una sensazione piacevole. L' uomo ha sempre temuto il buio. Il nero e' il non colore che nell' immaginario ...
Leggi tutto

I FATTI DELLA SETTIAMANA  |  LETTO 1496  
Ritardi, superficialità, gratificazioni
Quella appena passata non è stata una settimana serena per buona parte della città. Il maltempo, neve e vento, seppure non forte ha messo in ginocchio, ancora una volta, la città. Non è la prima volta ...
Leggi tutto

NEWS  |  LETTO 3004  
Riceviamo e pubblichiamo. È bello registrare i neo nati nella nostra città
Con grande piacere volevo informare la comunità di Acri che in data 15/01/2025 alle ore 07:26 è nata la nostra piccola Alice e risulta essere la terza bimba dichiarata nel comune di Acri, nata alle 7: ...
Leggi tutto

LE STORIE DI MANUEL  |  LETTO 1347  
Lo sguardo del lupo
Nella notte era arrivata la regina bianca dell’inverno dalle fredde manine senza che nessuno potesse accorgersene. Silenziosa, ne era caduta così tanta da coprire strade, villaggi, case e solitudini. ...
Leggi tutto

LA VOCE DI PI GRECO  |  LETTO 1912  
In un borgo che muore l' inverno fa paura
E' strano che nel terzo millennio faccia paura l' inverno. Questo uomo super tecnologico teme un evento naturale quasi piu' dell' uomo di una volta.
La paura di non poter dominare ...
Leggi tutto