Il Corto di Muccino sulla Calabria. Si poteva fare di più e meglio


Redazione

Scriviamolo subito. Non è nostra intenzione giudicare l’aspetto tecnico né i contenuti del lavoro, “Calabria terra mia”, del regista Muccino sulla Calabria, commissionato dall’attuale amministrazione regionale.
Non abbiamo né le competenze né le conoscenze. In questo scritto vogliamo solo esprimere una posizione, strettamente personale, in qualità di semplici cittadini calabri, osservatori e cronisti. A noi non è piaciuto affatto, questo Cortometraggio della durata di sette minuti e del costo di circa 2 milioni di euro. Lo abbiamo visto tre volte e per altrettante volte siamo rimasti basiti. Non indignati come molti sul web che stanno surclassando i fan del prodotto, ovvero amministratori regionali (non tutti per la verità si sono dichiarati soddisfatti) e loro staff. Siamo convinti che si poteva fare di più e meglio. La Calabria non è questa, o meglio non è solo questa. Racconti ed immagini banali e scontati e qualche errore di troppo. Ad esempio, perché il bergamotto e non il cedro o le clementine o altri frutti, viene definito l’oro di Calabria? Da bocciare, certamente, l’immagine dei due protagonisti, gli innamorati Raoul Bova e la bella Rocio Munoz, che mano nella mano passeggiano in un campo di grano con sullo sfondo un parco eolico, questo sì, l’Oro di Calabria. Poi, dialoghi in dialetto più siculo che calabro, trattorie con tovagliate anni ’50-‘60, partite a carte, asini e uomini con la coppola a passeggio, la soppressata con finocchietto (che tra l’altro non è proprio diffusa). E l’arte? I musei? I Bronzi? I parchi naturali e archeologici? Campanella, Alvaro, Telesio, Preti, Padula e San Francesco? E le abbazie ed i castelli? Eppure, pare che il lavoro di Muccino, presentato alla Festa del Cinema di Roma, abbia riscosso successo. Muccino era stato chiamato per promuovere la Calabria e, invece, secondo noi, ne ha peggiorato l'immagine. Una delusione pazzesca. Luoghi comuni a iosa, proprio quelli che dovremmo eliminare per offrire un'altra narrazione della nostra terra. E l’incipit è da dilettanti? “Dove vuoi che ti porto?”. Questo è solo una nostra impressione, vedremo in futuro se il Corto avrà avuto gli effetti desiderati. Speriamo non venga utilizzato nella prossima campagna elettorale. |
PUBBLICATO 22/10/2020 | © Riproduzione Riservata

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