I fatti della settimana. Sarà boom di casi?
Roberto Saporito
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Non possiamo non occuparci del Covid19 e delle sue conseguenze. Bene sta facendo il sindaco Capalbo, massima autorità sanitaria del territorio, che attraverso la sua pagina facebook tiene costantemente informata la popolazione.
Anche ieri, sabato, ha pubblicato un post molto significativo; “oggi il Dipartimento di Igiene Pubblica non ha trasmesso notizie di nuovi casi di positività nel nostro comune. I contagi accertati rimangono 21. Le 14 persone che si sono sottoposte al test rapido, e che sono comunque in quarantena obbligatoria, saranno sottoposte all’esame del tampone molecolare che potrà accertare o meno se hanno contratto il virus. I contagi che ad oggi registriamo ad Acri non sono certamente pochi rispetto a quanto abbiamo assistito durante la prima fase della pandemia, ma è anche vero che non sono numeri tali da generare allarmismi. È mia preoccupazione continuare ad informare costantemente i cittadini sullo stato dei casi.” Insomma, il primo cittadino ha messo in guardia la comunità riguardo un probabile aumento dei casi. Noi, naturalmente, ci auguriamo di no ma il rischio è concreto non solo per il numero elevato di tamponi ma per i casi cosiddetti importati (in alcuni centri limitrofi si sono superati i 50 casi). Ad oggi, comunque, la percentuale tra positivi e popolazione è davvero bassa, attorno allo 0,1%, tuttavia suggeriamo anche noi di rispettare le regole. In molti ci stanno chiedendo perché da qualche giorno non pubblichiamo il report giornaliero dell’Asp comune per comune. Anche noi di Acri in rete, ci informavamo attraverso il sito dell’Asp che ieri ha fatto chiarezza; “la decisione di non fornire più la tabella che contiene il numero di contagi comune per comune, spiega l’Asp con una nota, non è dettata da nessun veto, ma nei piccoli comuni, anche con un solo caso più rispetto al giorno precedente, generava allarme e faceva scattare la ricerca di informazioni anche con l’uso improprio dei social. Questa scelta, spiega l’Asp, non è stata dettata dalla necessità di rispondere a veti di chicchessia, ma semplicemente è scaturita da alcune considerazioni che esponiamo a beneficio di tutti i fruitori delle suddette informazioni. Con l’aumentare dei contagi – è scritto nella nota – è cresciuta l’attenzione e l’ansia della comunità per tutto ciò che si riferisce all’epidemia. Abbiamo avuto modo di constatare, specie nei piccoli centri, numerosi nella nostra provincia, che anche una unità di contagiato in più rispetto al giorno precedente genera allarme e fa scattare la ricerca di informazioni, anche mediante l’uso improprio dei social, con l’obiettivo di identificare il caso. Riteniamo che il diritto all’informazione possa continuare ad essere soddisfatto mediante la pubblicazione di report settimanali, anche con dettaglio di Comune, senza che questo generi ansia e produca effetti negativi sulla collettività. Intendiamo perciò rassicurare tutti – conclude la nota dell’Asp – sulla continuità del servizio di informazione, riservandoci in ogni caso la scelta dei contenuti, che riteniamo ci appartenga. Il Covid19, tra le tante altre criticità, ha messo a nudo anche l’inadeguatezza e l’incompetenza della classe politica e dirigente. La brutta figura dell’ex commissario regionale alla sanità Cotticelli (sostituito con Zuccatelli) è solo l’ultimo esempio di una lista lunghissima. (A proposito che fine faranno le promesse fatte da Cotticelli per il Beato Angelo?). Quindi da 8 mesi la Calabria non aveva un piano sanitario anti-covid. E c'è voluto, per scoprirlo ancora una volta un reportage giornalistico nazionale. Ma è possibile che nessuno abbia vigilato, che nessuno si sia accorto che non c'era un piano? E a chi rispondeva il commissario alla sanità nominato dal governo Conte? Chi controlla i commissari governativi alle sanità regionali? E’ stata una settimana triste e difficile (anche vergognosa) per la Calabria, decretata Zona Rossa dal Governo su suggerimento dell’Iss e del Ministero della salute. Una decisione che, noi, ci sentiamo di condividere. Troppi rischi, poche certezze, soprattutto per quanto riguarda la rete ospedaliera. Eppure, la giunta regionale, guidata da Nino Spirlì, ha impugnato la decisione che, come era ampiamente prevedibile, non è andata a buon fine. Che dire poi della classe politica che ha amministrato la regione negli ultimi venti anni; Chiaravalloti, Loiero, Scopelliti (dimessosi perché condannato) ed Oliverio hanno avuto tempo e soldi, tanti soldi, per migliorare la sanità ed invece nulla, né posti letto, né reparti, né assunzioni bensì tagli (iniziati da Scopelliti), staff, incarichi e nomine a burocrati inadeguati ed incapaci, anche negli enti sub regionali (Sorical, Fincalabra, ecc. ecc. commissariati da anni). E’ stata anche la settimana delle nomine. In piena emergenza Covid19 e con una serie di questioni da risolvere, alla Cittadella di Catanzaro ed a Reggio Calabria (nei prossimi giorni approfondiremo l’argomento) assessori regionali e consiglieri regionali procedevano a nominare “esperti” ed a distribuire incarichi co.co.co. Tutto legittimo, ma vi sembra una cosa normale a pochi giorni dall’ultimo consiglio regionale (previsto per il 10 novembre) ed a poche settimane dal voto? Buona domenica. |
PUBBLICATO 08/11/2020 | © Riproduzione Riservata

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