Galleria s.s.660 e Sibari Sila. Ecco le novità di fine anno


Redazione

Grazie ai nostri Focus, si riparla della galleria s.s.660 e della Sibari Sila. Lo scriviamo con franchezza; vorremo avere gli ospiti (ex amministratori e tecnici) tutti allo stesso tavolo per un dibattito a più voci.
Ci abbiamo provato più volte ma il Covid19 e la rinuncia di alcuni ospiti, hanno provocato il rinvio dell’iniziativa. Tuttavia, dagli incontri che abbiamo organizzato, sono emerse tante novità e spunti di dibattito e riflessione. Abbiamo dato voce ai protagonisti, gli utenti (cittadini) si saranno fatti un’idea, noi, invece, siamo ancora disorientati. Speriamo di schiarirci le idee nei prossimi giorni quando raccoglieremo le testimonianze di altri ospiti tra cui Maurizio Feraudo, dal 2005 al 2010 consigliere regionale ma anche segretario di un’importante commissione che decise il futuro delle due opere. Procediamo con ordine; galleria s.s.660. I lavori sono quasi terminati ed entro fine gennaio l’opera sarà fruibile e gestita dall’Anas. Era ora. Quindici anni per ottocento metri, sono davvero troppi. Il taglio del nastro, però, è preceduto dalle solite polemiche e prese di posizione dei vari protagonisti. Da una parte il centro destra (Gino e Michele Trematerra) che contesta la scelta di puntare su una galleria e su un tracciato di 3 chilometri piuttosto che su un percorso di 7 chilometri più sicuro e veloce, dall’altra il centro sinistra che difende la decisione in quanto i fondi a disposizione (20 milioni) potevano consentire solo questo tipo di tracciato per aggirare la frana di Serra di Buda. Entrambe le parti, però, (e crediamo anche la comunità) si augurano che il secondo lotto, ovvero Chianette-San Lorenzo (per il quale ci sarebbe un progetto di massima della Provincia che poi deve investire l’Anas) possa essere finanziato. Siamo d’accordo anche noi; l’obiettivo finale resta il collegamento veloce con l’autostrada ed il capoluogo e non soltanto un buco di 800 metri. Sibari – Sila. Qui la vicenda è davvero ingarbugliata. Ad oggi i lavori (cominciati nel 2007) sono fermi. Si tratta di un primo lotto costato già circa 40 milioni, da Calamia a San Demetrio di circa 3 chilometri su un totale di 7 fatto da 8 viadotti e 2 gallerie di 150 e 400 metri. Anche in questo caso non mancano le polemiche tra centro destra e centro sinistra. La prima fazione accusa la seconda di aver permesso l’inizio dei lavori a metà strada (Calamia) e non da Duglia, la seconda, invece, con orgoglio afferma di aver evitato un intervento che originariamente prevedeva un tracciato solo a valle e solo nel comune di Corigliano e, quindi, di aver speso i fondi nei territori più impervi di San Demetrio ed Acri. Altra novità; pare che nelle casse della Provincia ci sarebbero (il condizionale è d’obbligo) altri 5 milioni per la ripresa dei lavori e per il completamento del primo lotto. Ambienti vicini alla Provincia ne sono certi, altri smentiscono. Speriamo di capirne di più dopo queste feste. Una cosa è certa; considerato il mancato accordo tra la ditta che doveva subentrare e la Provincia quest’ultima sarà costretta ad effettuare un’altra gara per appaltare i lavori (se la farà, significherà che i 5 milioni ci sono). Anche in questo caso le comunità interessate (anche i centri albanesi) vogliono di più, ovvero il secondo lotto per raggiungere il mare e l’altopiano silano. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato uno scritto di Francesco Foggia, geologo e gran conoscitore di questi luoghi, il quale, giustamente, faceva notare le grandi potenzialità presenti in questo territorio (strutture ricettive, patrimonio storico archeologico, aziende agricole e zootecniche, insediamenti produttivi ed artigianali). Una strada a scorrimento veloce e sicura che unisca il mar Ionio alla Sila, quindi, è quanto mai opportuna anche per lo sviluppo socio- economico – turistico del comprensorio. Datevi una mossa. |
PUBBLICATO 01/01/2021 | © Riproduzione Riservata

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