Identità


fra Piero Sirianni

Quello che definisce una persona umana di fronte alla società, alle leggi, allo Stato, ai diritti e agli obblighi è la propria identità: ognuno di noi firma col proprio nome (il quale determina nettamente i confini inter-personali), seguito dal cognome (che definisce l’appartenenza nel contesto più ampio).
Se questa è la realtà identitaria nel contesto civile e giuridico, è anche vero che essa è carica di un ricco bagaglio a livello esperienziale, sentimentale, intellettuale, relazionale. Quest’ultimo aspetto – le scienze umane oggi lo confermano sempre di più – rivela che l’identità rimane sempre soggetta a trasformazioni, mutamenti, conquiste o crisi; essa risente della formazione personale, delle vicissitudini quotidiane, delle speranze e delle angosce. L’identità traduce il rapporto col contesto circostante e con l’alterità; è rivelatrice di una complessità che inquieta e interroga al medesimo tempo. Nel nostro tempo ci accorgiamo del fatto che l’identità è diventata una realtà estremamente fragile: facilmente siamo portati a cambiare scelte e stili di vita, relazioni, mete esistenziali. Ancor più problematiche risultano le identità fluttuanti in base ai like ricevuti sui social o alle amicizie “bloccate” sulle stesse piattaforme; tutto questo ci dice anche quanto oggi siamo più portati a relazionarci sui gruppi WhatsApp, su Facebook o su altri social-media – a tessere nuove amicizie o a interrompere bruscamente alcuni legami – rispetto al contatto personale e concreto con la carne dell’altro (l’attuale pandemia ha influito molto negativamente sui nostri legami, “vietandoci” i confronti vis à vis). È anche un dato di fatto che la “consumazione” di varie identità genera nelle nostre vite delle solitudini e noie, sempre più acute. L’identità personale è costituita – geneticamente, ontologicamente – per l’altro-da-sé, per il diverso (da me!). Dalla voce di un cantautore italiano ascoltiamo: «Siamo fatti per amare Nonostante noi … Siamo due braccia con un cuore … Senti quanto rumore Il cuore fa da solo Dividiamolo in due»; la persona viene generata da altri ed è chiamata alla relazione inter-soggettiva. In questo modo, l’identità matura verso la sua pienezza; la quale, in fondo e sempre, si gioca nel dono e nel servizio, nella gratuità e nel bene dell’altro. Più l’Io si decentra e si apre al Noi, maggiormente la persona sperimenta in sé quella gioia profonda che sola reca al cuore la pace di cui esso necessita. |
PUBBLICATO 24/01/2022 | © Riproduzione Riservata

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