I sette conquistano la piazza


Padre Leonardo Petrone

Una plurisecolare tradizione ci trasmette un’animata discussione tra i colori più conosciuti. Fu il Verde a dare inizio alla diatriba: con boriosa prosopopea dichiarò solennemente: “Sono il detentore maggiore del prestigio, sono simbolo di vita e di speranza, rappresento tutto il mondo vegetale”. Non aveva ancora finito allorché intervenne il Blu con voce pacata e decisa: “Sei terra e tutto terra! Guarda il cielo e poi il mare, senza cielo non c’è incanto, senz’acqua non c’è vita. Rappresento cielo e mare”. Il Giallo ha già fatto capire che indente intervenire; “Io e solo io sono il sorriso di tutto l’universo, la terra sorride attraverso me, la vita con me”. L’Arancione sbraita mentre il Giallo parla ancora: “Sono il colore della buona salute, tutte le vitamine partono da me”. Il Rosso grida con minacciosa grinta: “Vero Re dei colori sono io: passione ed amore sono in me, rosso è il sangue, rossi i fiori più belli”. Il Porpora interviene con diplomazia e fa notare: “Sono il colore del potere, tutti mi ascoltano ed ubbidiscono”. Ultimo a prendere parola è il Viola: “Sono il colore del silenzio, rappresento il pensiero che pensa pace”. La rissa verbale fu bruscamente interrotta dal lampo seguito da sconquassante tuono e subito pioggia violenta. I colori, spaventati, si stringono e si confortano a vicenda. La pioggia fa subito sentire la sua voce: “Sciocchi! Bramate solo potere e dominio: Sappiate che ognuno di voi ha scopo unico e differente. Tenetevi per mano e ascoltate”. Ristabilita la quiete, la pioggia riprese a dire: “D’ora in poi, dopo che io sono passata, vi distenderete in cielo a forma di arco, tutti sapranno che siete amici e vivete in pace”. Il tempo dell’Arcobaleno ebbe inizio. L’arcobaleno è un fenomeno meteorologico che mostra i colori dello spettro solare; deriva dalla rifrazione dei raggi solari in determinate nubi. Dopo il Diluvio fu assunto da Dio, essendo ameno a vedersi e foriero di bel tempo, quale segno speciale della sua misericordia. Le religioni semitiche vedevano il Grande Spirito colpire, nelle bufere, con il Grande Arco chi si ribellava alla sua volontà. Placata la grande ira, l’Arco veniva appeso al di sotto delle nuvole. Anche la mitologia greco-romana vedeva il Grande Giove ricorrere al grande Arco per scagliare le sue saette. Non meno efficaci erano le frecce amorose dirette al cuore, lanciate dal piccolo arco di Cupido. Ma non è del grande arco di Giove né di quello piccolo di Cupido che si vuol qui parlare. Si parla di Arcobaleno. L’Arcobaleno non è l’arco di guerra che Dio depone dopo il Diluvio, trasformandolo in pacifico segno di quiete dopo la tempesta. Va oltre questo significato. E’ il capitolo 9,9-17 della Genesi che ci parla dell’arcobaleno e del suo significato. Nella lingua ebraica arcobaleno ed arco hanno la stessa parola: “queshet”. Inoltre, come già riferito, gli antichi semiti ritenevano l’arcobaleno arco degli dei, e quando compariva significava che gli dei riposavano in pace. Sette volte, nel già citato capitolo biblico, viene ripetuto che l’arcobaleno è segno di alleanza. Ma più che alleanza, “Patto” unilaterale di Dio: s’impegna a non più punire creato e creature con diluvio. I versetti 12 e 15 descrivono l’arcobaleno come “segno” che ricorda a Dio il patto che Egli ha concluso. Ma perché proprio l’arcobaleno? Perché è segno che la divinità non è più arrabbiata, inoltre è richiamo di bellezza e messaggero di pace. E’ segno di benevolenza ed ogni volta che appare, dopo la tempesta, rigenera sentimenti di pace e ringraziamento. L’Arcobaleno è pensato come ponte cosmico: cielo sceso in terra; la molteplicità cromatica concilia la molteplicità dei sentimenti: fa credere che è possibile vivere in armonia, come in armonia si intrecciano i sette colori che formano l’arcobaleno che porta sempre il messaggio: “tutti figli della stessa luce”. Chiaramente l’arcobaleno parla di pace. La pace non è argomento di facile conquista, ma si può sempre sperare, anzi la speranza di pace è sempre forte, sempre forte e viva. La pace avrà per culla il cuore di tutti gli uomini, e tutti potranno vivere con porte non blindate e finestre socchiuse. La targhetta è in maiuscolo:”TRASITE”. Il canto della vita è perenne. Quale significato assume la piazza invasa da bandiere, foulards, magliette con i 7 colori? Credo voglia trasmettere 3 chiari messaggi: a) che un futuro migliore faccia irruzione nell’oggi violento. b) che la Bella Pace, diletta figlia della Signora Giustizia, trovi casa in mezzo a tutti i popoli. c) che tutti, “dimentichi del passato e protesi verso il futuro, corrano verso la meta per avere il premio (pace) che Gesù ha promesso”(Fil 3,13). P. Leonardo Petrone
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PUBBLICATO 27/02/2022 | © Riproduzione Riservata

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