RELIGIONE Letto 1554  |    Stampa articolo

Gioia e d'intorni

Foto © Acri In Rete
Padre Leonardo Petrone
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Qualcuno, in vena di pessimismo, ha scritto : “viviamo in epoca delle passioni tristi, perciò la gioia è friabile e si sbriciola”. Della gioia abbiamo reale bisogno, è lei e solo lei che trasforma il modo di essere del volto e dello sguardo, volto e sguardo sembrano uscire dall’ombra ed affacciarsi alla luce. La gioia, e così la speranza, vive al presente bene aperta al futuro. Avvicina alla falda incontaminata della condizione umana.
La gioia non è allegria e neppure piacere da godere. Il poeta tedesco Schiller nel suo “Inno alla gioia” canta: “Gioia, splendida scintilla divina, figlia dell’Eliso” (Beetoven ne fece il cuore della IX Sinfonia) è considerata “dono della grazia divina” e pregustazione dell’eternità (Eliso = paradiso della classicità). “Il dolore passa, la gioia è eterna”.
La gioia è veramente diversa dell’allegria che sa di carnevale, la gioia ha fondamenti cristiani, a goderla sono coloro che hanno pratica delle “Beatitudini”, codice della vita cristiana. La gioia nasce all’interno del cuore, suo alimento è la speranza, ma sboccia da situazioni concrete: trebbiatura, vendemmia, un’incontro, una nascita, una vittoria. La gode chi  è in comunione con Dio e in buone relazioni con gli altri. Ha ragione Mark Tuein “il dolore basta a sé stesso, la gioia si gode con gli altri condividendola”.
Nel Vangelo di Marco (2,11) troviamo un esempio di grande gioia: il paralitico steso sulla barella, quando Gesù gli ordina “levati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa rua”, il paralitico alza la barella ormai inutile e passa in mezzo alla folla stupita.. “Va a casa tua” dove si nasce, si vive, si rivive, dove ci si sente se stesso, ci si sente bene. Non lo ha mandato in Sinagoga a pregare, non gli impone debito da pagare, non lo lega a sé, Gesù non guarisce per avere riconoscenza, guarisce e rimette in cammino uomini liberi, felici, forti e nuovi. !Torna a casa tua”, torna alla vita, nessuna casa deve essere priva di speranza.
L’uomo deve essere libero, anche di smarrirsi nel gorgo della gioia, la gioia nasce dentro e si muove dentro, indisturbata da eventi esterni, è stato d’animo alimentato dalla consapevolezza che si è sempre illuminati dallo sguardo sorridente di Dio. Anche se cammini per i sentieri  sassosi della vita, il fremito della gioia accelera il tuo passo.
Negative situazioni, dovute a cattiva gestione, non favoriscono nascita e crescita della gioia, una disordinata  vita spinge lontana la gioia.
A Roma ebbi occasione di domandare ad un giovane prete centrafricano che ultimava i suoi studi in Italia: “cosa ti manca dell’Africa”? Mi rispose con articolo e sostantivo: “la joie”!
Non attenderla con impazienza, cercala, scovala dentro di te, farà scorrere la tua vita illuminata da sorrisi perché gioia e amore sono le grandi ali per volare lontano. A descrivere bene la gioia è D. Andronico: “Come in mezzo alle spine si trovano le rose ed in mezzo agli aridi deserti vi sono le belle oasi, così in mezzo ai dolori della vita vi sono le gioie…La gioia fiorisce su ogni sentiero della vita, silenzioso o nascosto. Sappia il tuo cuore scoprirla ogni giorno”. La gioia rischiara la mente e allieta il cuore, la tristezza preferisce l’ombra: chiude la mente fa piangere il cuore.

PUBBLICATO 24/10/2022 | © Riproduzione Riservata





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