OPINIONE Letto 1987  |    Stampa articolo

Giù le mani dai meravigliosi allievi di tutta la Scuola pubblica!

Foto © Acri In Rete
Vincenzo Rizzuto
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Era l’ottobre dell’ormai lontano 1988, se ricordo bene, quando D’Alema, divenuto Capo del Governo, (ancora, mi pare, non vendesse vini pregiati!) si affrettava a dichiarare sull’ Unità che una società di serie A, come l’Italia, non poteva non avere una Scuola altrettanto di serie A; pena la decadenza e l’arretramento della nostra civiltà.
E personalmente, come giovane docente coltivai la speranza di potere lavorare alla formazione dei giovani non più con aule fatiscenti, senza riscaldamento e con intonaci e tetti di eternit che ti cadevano addosso, come puntualmente poi accadde lungo gli anni avvenire perché lo stesso D’Alema e tutti gli altri Governi stornarono finanziamenti non verso la Scuola pubblica ma a favore della scuola privata, specie quella confessionale, a cui sono stati donati una serie di privilegi assurdi!
E sì, cari amici, la Sinistra per prima ha sempre considerato la Scuola pubblica come una specie di cenerentola, di giocattolo da smontare e rimontare a proprio piacimento nei diversi contesti politici.
Ricordo, per esempio, che in anni pure lontani i cari ‘compagni’ del Sindacato, in varie riunioni centrali di ‘alto profilo’, a quanti di noi chiedevano di estendere qualche ‘buono pasto’ anche alla scuola, risposero sempre, con una certa ‘tigna’, che a scuola, tutto sommato, non si lavorasse poi tanto e che il buono sarebbe stato davvero ingiustificato!
E tutto questo te lo dicevano in faccia, con il solito sorrisetto beffardo, per manifestarti ‘amorevolmente’, si capisce, il loro disprezzo; insomma, sotto sotto, preferivano che quelle voci di dissenso andassero via, non disturbassero i sogni tranquilli dei benpensanti che facevano piovere e scampare nei piani alti, dove trovavi il parente o il fedelissimo a rappresentare le ‘istanze’ dell’intera Organizzazione’.
Da quel Governo D’Alema sono passati oltre trent’anni, e la Scuola pubblica con i suoi ‘meravigliosi allievi’ è andata sempre più alla deriva fino a cadere in mano ai post-fascisti, che addirittura minacciano di ghettizzarla in ambiti campanilistici con programmi e risorse miserabili o aurei a secondo della ricchezza locale attraverso la cosiddetta ‘economia differenziata’ di leghisti semianalfabeti.
In questo nuovo clima di imbarbarimento culturale avviene allora che si preferisca inviare armi per miliardi di euro al martoriato popolo ucraino invece che adoperarsi in vibrate iniziative di pace fra i contendenti, lasciando nel contempo che i nostri ‘meravigliosi allievi’ vengano colti da assideramento tra le solite fredde aule di ghiaccio, come è accaduto in queste ore a Palermo in una sperduta, abbandonata aula di scuola elementare; e se le cose funzionassero a dovere anche in Europa, di fronte a tali infamie la Comunità europea dovrebbe imporre certamente un diverso uso del PNRR, per evitare che immense risorse vengano sperperate non a favore del mondo giovanile che rappresenta il futuro, ma contro di esso.
E allora mi chiedo con rabbia: quando avverrà che la nostra meravigliosa gioventù dica di no nelle piazze a questo degrado, opponendosi stabilmente con un proprio tavolo di trattativa alla permanenza dei ‘falsi sacerdoti’ nel tempio della politica.

PUBBLICATO 29/01/2023 | © Riproduzione Riservata



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