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Ospedale. Il M5S propone lo spoke di montagna

Foto © Acri In Rete
Movimento 5 Stelle Acri
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In riferimento alle ultime vicende in materia di sanità ospedaliera, il Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle di Acri e il Coordinatore M5S della Provincia di Cosenza Giuseppe Giorno esprimono la loro preoccupazione riguardo l’ospedale “Beato Angelo” di Acri ritenendolo in serio pericolo di un ulteriormente ridimensionamento o peggio ancora, in un futuro prossimo, addirittura, dismesso del tutto se le cose continuano su questa strada.
Poniamo in modo particolare la nostra attenzione su questa vicenda. A nostro parere, quello che era un tempo temuto come un rischio oggi lo vediamo divenire realtà per l’effetto di una pregressa politica sanitaria sbagliata sia come gestione che come programmazione.
Come gestione vi è stata forse una deficienza nel controllo, nel far funzionare l’esistente, già in difficoltà per effetto dei commissari succeduti, del piano di rientro e del blocco del turnover.
Come programmazione non c’è stata una chiara visione di quel che si prevedeva di fare per la nostra sanità provinciale e regionale.
Oggi siamo all’epilogo di una situazione paventata e disastrosa, dove la politica non è riuscita a rilanciare in tutti questi anni, 14 per l’esattezza, dall’agosto del 2008, quando si è decretata la fine del nostro sistema sanitario regionale (con il piano di rientro) fatto solo in modo lineare a tavolino senza tener conto delle tante differenze che il nostro territorio calabrese presenta. Quando invece bisognava fare una nuova rimodulazione del piano di rientro ed una definitiva fuoriuscita dal debito sanitario.
Bene ha fatto, a suo tempo, la politica di programmazione sanitaria nazionale mettendo in evidenza una serie di difficoltà che persistono su tutto il territorio nazionale per le zone di montagna, creando un apposito decreto legge per salvaguardare quei cittadini che vivono in una orografia che mette in serie difficoltà la viabilità, con il rischio di avverse condizioni metereologiche e sociali.
Ecco allora il decreto 70 (Lorenzin) Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera. (G.U. 4 giugno 2015, n. 127).
Dove lo stesso pone in evidenza che là dove esiste un pronto soccorso effettivo devono essere garantiti alcuni servizi:
- 9.2.1 Ospedale sede di Pronto Soccorso una struttura organizzativa ospedaliera deputata ad effettuare in emergenza-urgenza stabilizzazione clinica, procedure diagnostiche, trattamenti terapeutici, ricovero oppure trasferimento urgente al DEA di livello superiore di cura, in continuità di assistenza, secondo protocolli concordati per patologia (es. reti assistenziali ad alta complessità).
Devono essere presenti le discipline di Medicina interna, Chirurgia generale, Anestesia, Ortopedia e Servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità H/24 di Radiologia, Laboratorio, Emoteca, coordinati come previsto al capitolo 2.
Può essere prevista la funzione di Pronto soccorso, come descritta, in presidi ospedalieri di aree disagiate (zone montane, isole) anche con un numero di abitanti di riferimento inferiore ad 80.000.
Mentre la nuova disposizione regionale di questi ultimi giorni la Relazione di programmazione – politica in materia di riorganizzazione rete ospedaliera regione Calabria dopo il DCA (OCCHIUTO) n° 78 del 26.03.2024 (nuovo documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti) prevede:
- una drastica riduzione dei posti letto in medicina
- una rimodulazione delle prestazioni in chirurgia
- la non prevista realizzazione dei posti OBI di pronto soccorso
- e nemmeno la presenza dell’ambulatorio di oncologia già previsto negli atti aziendali precedenti.
- Ma la cosa grave e che nel trafiletto finale dove dice che l’ospedale viene integralmente e fisicamente integrato nella rete territoriale (poliambulatori – casa di comunità o ospedale di comunità), cioè perde la connotazione di ospedale per ricoverei acuti. In pratica l’ospedale verrà chiuso!
Tutto questo fa sì che la montagna (zona disagiata), si impoverisce di servizi essenziali sempre di più fino ad alimentare l’esodo che ormai dura da più anni verso zone con i servizi più efficienti lasciando una delle più grandi comunità dell’hinterland esposta ai pericoli dovuti alla carenza di prestazioni ospedaliere.
In questo momento storico la politica deve mettere da parte tutte le divergenze che ci sono deve riprendere il ruolo di programmatrice di benessere per i propri cittadini e fare la propria parte affinché ci si possa curare nella propria zona, e non alimentare sempre di più i famosi viaggi della speranza.
Il Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle di Acri vuole essere protagonista di una proposta unitaria condivisa e portata avanti con forza in tutte le sedi istituzionali affinché la montagna sia salvaguardata e resa sicura per potersi curare nel proprio ospedale.
Per questo proponiamo un progetto ambizioso che prevede l’istituzione di un Ospedale Spoke di montagna, tra Acri e San Giovanni in Fiore (perché sono inseriti in una unica ASP) che aspiri a divenire un punto di riferimento provinciale per tutte le prestazioni a media-bassa intensità di cura, come gli interventi chirurgici programmati, per far si che si sfoltiscano le lunghe liste d’attesa negli altri ospedali di tutta la provincia.
La proposta con tutti i dettagli è stata consegnata agli atti del Consiglio comunale di Acri tenutosi sull’Ospedale giorno 11 Aprile 2024.

PUBBLICATO 12/04/2024 | © Riproduzione Riservata





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