Cittadini vessati. Il Comune di Rende chiede soldi non dovuti. La vicenda di un' acrese


Redazione

La storia della sig.ra Roberta Chimento, acrese, è simile a molte altre. Danno e beffa. La sig.ra Chimento, che attualmente risiede nel comune di Acri, nel 2015 acquistò casa nel comune di Rende dove trasferì la residenza fino al 2020. L’ appartamento di Rende, quindi, risultava essere prima casa dal 2015 al 2020 e, per le norme vigenti (l’esenzione Imu per abitazione principale spetta al possessore dell’ immobile in cui quest’ ultimo dimora abitualmente e risiede anagraficamente) era esente dal pagamento dell’Imu. Lo scorso anno la sorpresa; il comune di Rende notifica alla sig.ra Chimento un avviso di accertamento Imu 2015/2020. Ha provveduto a produrre istanza di autotutela al comune di Rende ed alla societa’ Maggioli, quale ente di riscossione. Trascorso un anno, un’altra brutta sorpresa; due mesi fa le viene inviato dalla società Maggioli un avviso di accertamento esecutivo con fermo amministrativo della sua auto, mezzo indispensabile per recarsi al lavoro, in cui le viene chiesto di pagare l’ Imu per gli anni 2018/2019/2020 per la casa di Rende, ovvero per la prima casa. La cittadina, a questo punto, si rivolge a un legale ma le spiegazioni fornite dal comune di Rende sono assurde; secondo gli uffici, infatti, la sig.ra Chimento non poteva risiedere nel comune di Rende poiché lavorava nel comune di Acri. Pazzesco ma vero. Non solo, la cittadina ha anche dichiarato di aver provveduto ad effettuare ricorsi in autotutela pur essendo nel giusto. Nulla da fare. Insomma, il comune di Rende, alle prese con un ampio dissesto finanziario provocato evidentemente da politici poco accorti, chiede soldi non dovuti. Chissà quanti ignari cittadini ci cascano.
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PUBBLICATO 03/12/2024 | © Riproduzione Riservata

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