Uniti per rilanciare la sanità pubblica nelle aree montane della Calabria


Libera Associazione Cittadini Acresi

La Libera Associazione Cittadini Acresi – ha partecipato attivamente all’incontro pubblico tenutosi il 23 maggio scorso a San Giovanni in Fiore, promosso dal comitato civico “La Cura”, che riprende il il testimone del C.O.Mo.Cal (Comitato degli Ospedali Montani Calabresi), confermando il proprio impegno per il rilancio e la tutela degli ospedali delle aree interne della Calabria, in particolare quello di Acri. L’evento ha rappresentato un momento di confronto partecipato e costruttivo tra comitati civici, cittadini, associazioni, amministratori locali, sindacati e parlamentari.
Il tema centrale è stato la necessità urgente di garantire il diritto costituzionale alla salute nei territori montani, dove gli ospedali – da Acri a San Giovanni in Fiore, da Soveria Mannelli a Serra San Bruno – vivono una crisi profonda causata da anni di depotenziamento, mancanza di personale e scelte gestionali penalizzanti.
La LACA, rappresentata da Silvio Tunnera, ha sottolineato come la situazione di Acri sia emblematica: una struttura con potenzialità tecniche e geografiche non valorizzate a causa di scelte politiche miope, che rischiano di lasciare migliaia di cittadini privi di servizi essenziali. Tra le proposte condivise: l’attivazione di reparti strategici (Chirurgia generale con degenza, Ortopedia, Terapia Intensiva, Cardiologia ospedaliera); la valorizzazione del personale sanitario e il reclutamento stabile; l’attuazione concreta del modello di “ospedale montano” previsto dalle normative vigenti; l’istituzione di una Azienda Ospedaliera Unica per gli ospedali montani, sulla base di un progetto già in studio coordinato dal dott. Tullio Laino; il rafforzamento della rete territoriale e l’integrazione tra sanità ospedaliera e medicina di prossimità. Molto sentito l’intervento dell’avvocato Caterina Perri, vedova di Serafino Congi, deceduto in ambulanza lo scorso 4 gennaio, che ha denunciato l’assenza di trasparenza da parte dell’ASP di Cosenza e il mancato accesso agli atti dell’indagine interna. La deputata Vittoria Baldino (M5S) ha sottolineato la necessità di interrompere la spirale di commissariamento e tagli, chiedendo un nuovo approccio che metta al centro i territori più fragili. Il docente Giovanni Iaquinta ha proposto la fusione amministrativa tra San Giovanni in Fiore e altri comuni dell’altopiano silano per rafforzare la rappresentanza e i servizi, mentre il giornalista Emiliano Morrone ha evidenziato il peso di vincoli nazionali (Patto di Stabilità, Piano di rientro) sulle carenze sanitarie e ha rilanciato la proposta di un modello ospedaliero ispirato all’esperienza virtuosa dell’Ospedale di Sondalo. Ampio sostegno è stato espresso anche dal Comitato “Sila Salute Bene Comune” e da altre realtà civiche e sindacali. Tutti hanno condiviso l’urgenza di unire le forze in un fronte trasversale, civico e istituzionale, per ottenere risposte concrete. La LACA ribadisce che non si tratta di una battaglia campanilistica, ma di un diritto umano e costituzionale. La difesa della sanità pubblica nei territori interni è una questione di giustizia, sicurezza e dignità. Siamo pronti a collaborare con tutte le realtà impegnate per un futuro in cui ogni cittadino calabrese, indipendentemente dal luogo in cui vive, possa contare su cure adeguate, tempestive e accessibili. L’associazione continuerà a promuovere iniziative sul territorio acrese e a sostenere il coordinamento intercomunale e interassociativo avviato a San Giovanni in Fiore: è già allo studio, infatti, una proposta di legge regionale LACA ad hoc per tutelare gli ospedali montani e le aree interne della Calabria. |
PUBBLICATO 30/05/2025 | © Riproduzione Riservata

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