I RACCONTI DI MANUEL Letto 972  |    Stampa articolo

Tra Sila Greca, Sila Grande e di nuovo Sila Greca

Foto © Acri In Rete
Manuel Francesco Arena
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E’ il venerdì sei giugno, l’estate è lì. Al mattino sveglia alle sette e trenta. A seguito di giorni di riposo forzato, quale modo migliore esiste per eliminare qualche tossina se non prendere la bici e vagare un po'? Chissà quante volte avrò ripetuto di quanta bella sia la nostra Sila! Per questo eviterò di farlo stavolta. Partiamo dopo le otto. L’aria è gradevole, non troppo calda, anche se il sole è già lì. Non abbiamo programmi. Ieri assieme agli altri compagni di viaggio, abbiamo vagliato parecchie opzioni per fare un bel giro lungo e tosto, ma alla fine propendiamo per Bocchigliero. Saliamo ed approdiamo tra le ginestre ormai quasi del tutto sfiorite. Al bivio per la Fossiata, anziché proseguire per Cupone, viriamo a sinistra. La salita secca ma non troppo impegnativa, ci coglie e prendendoci per mano ci accompagna al bivio per Longobucco. Attraversiamo montagne dominate da pinete imperscrutabili dove il lupo è ancora il re incontrastato, ci lasciamo alle spalle la riserva “Golia-Corvo” con il suo omonimo laghetto ed i percorsi che conducono al suggestivo lago di Macchailonga posto a circa 1550 metri all’ombra di Serra Ripollata. Poi rettilinei trafficati poco dove ancora non si vedono le mucche al pascolo che di solito caratterizzano quei posti da cartolina. Chissà se hanno già fatto la transumanza verso i monti oppure ancora no? Eh già, la transumanza! Mucche che d’estate vengono condotte dalla bassa verso gli alti pascoli della Sila in una vera e propria festa dove da colonna sonora la fanno i campanacci degli animali. E’ emozionante assistere al passaggio della transumanza. Un vero e proprio spettacolo che fa parte della storia e delle usanze della Calabria tutta. Mentre siamo concentrati a pedalare, uno scoiattolo nero meridionale, vero e proprio atleta dei nostri boschi ci taglia la strada e per poco non finisce sotto le nostre ruote. Solo con una frenata ed una sterzata improvvisata riesco ad evitarlo. Lo vedo sgattaiolare via con i suoi occhietti neri, quasi beffardo mentre sale su un pino. Mi viene da sorridere e da mandarlo a quel paese contemporaneamente. All’incrocio per San Giovanni in Fiore, improvvisamente un dubbio ci assale. E se virassimo a destra per il classico giro che passando da Monte Pettinascura ed il lago Ariamacina sbuca a Camigliatello Silano? Il pensiero è effimero. Alla fine restiamo fedeli all’idea iniziale, ovvero quella di raggiungere Bocchigliero, grazioso paese che sembra un presepe posto agli estremi confini sud-est della provincia di Cosenza che guarda dall’alto il mar Ionio. Assieme a noi in questo giorno ad accompagnarci, abbiamo un ospite d’eccezione che viene direttamente dalla Germania dove è emigrato decine di anni fa: mio zio Ettore. Mentre pedaliamo gli spiego che partiti da Acri porta nord della Sila Greca, abbiamo “navigato” per la maestosa Fossiata nel cuore della Sila Grande per giungere di nuovo nella parte sud est della Sila Greca. Sembra bizzarro a spiegarlo! In seguito al bivio per Campana ed alla riserva Macchia della Giumenta-San Salvatore dominata da altissimi pini laricii misti a faggi, termina la discesa che al ritorno sarà logicamente salita. Bocchigliero è ad un tiro di schioppo ed è annunciato da una tabella. La nostra tappa termina al bar all’inizio dell’abitato. Vale la pena di essere raccontato il siparietto con l’anziano barista che ci chiede da dove veniamo. Alla nostra risposta “Da Acri” ci guarda come fossimo dei matti ed esclama con un leggero accento nordico qualcosa come “Ostrega!”. Al ritorno fa caldo. Ora picchia forte il sole! Il vento ed il fresco nelle arie boschive lo benediciamo. A meno di dieci chilometri dal bivio per Longobucco alla Fossiata, splendore: come un miraggio ci appare una fontana. Ci rinfreschiamo finalmente ed avidamente avvertendo subito una bella sensazione di benessere. Un’altra rinfrescata è d’obbligo a Parco Varrise. Penso che l’acqua sia veramente il bene più prezioso che l’uomo possa avere e desiderare. Finalmente si sente aria di casa. Terminiamo il giro con 120 meravigliosi chilometri di felicità tra natura e territorio. “La vita ci ha insegnato che amare non consiste nel guardarsi l'un l'altro, ma nel guardare insieme nella stessa direzione.” ANTOINE DE SAINT-EXUPERY

PUBBLICATO 07/06/2025 | © Riproduzione Riservata





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