Scarta fruscio e piglia primera
Giuseppe Donato
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The Donald non si smentisce mai o quasi. Alla fiera del Far West l’asso pigliatutto a stelle e strisce accorre alla chiamata d’Israele cimentandosi in un duetto telefonico stile karaoke con il primo ministro Netanyahu: attaccare l’Iran? Potrei o non potrei, se vuoi...
Segue giro di telefonate con l’Iran, promessa di aspettare due settimane per consentire una de-escalation della situazione mediorientale e quindi oops... qualcosa deve essere andato storto se due o tre siti nucleari sono stati presi di mira dall’arsenale militare della corazzata d’oltreoceano. I complimenti d’Israele si sprecano, Trump gioca a fare il Padreterno, l’Iran smentisce di aver subito danni ingenti all’arsenale nucleare e minaccia morte e distruzione come uno sciroccato qualunque ascrivibile alla setta degli apocalittici. Ma facciamo un passo indietro e torniamo al Donald quasi Papa, a Gazaland, a Mr X errante fra il sogno MAGA e il DOGE, allo show con l’imbarazzatissimo Zelensky di nero vestito, ai dazi, alla caccia all’immigrato clandestino per le strade di Los Angeles, al muro lungo il confine messicano e all’ennesimo Papa che ripete all’infinito la frase ormai svuotata di significato con la quale si inoltra quasi stancamente, ai grandi della Terra, l’appello affinché tacciano le armi, magari con il defunto Papa Francesco che da lassù, stringendo fra le mani una sontuosa tazza di mate, deliziosa bevanda argentina particolarmente apprezzata dal Bergoglio, si sganascia dalle risate per l’accento italiano del nuovo Papa che pare uscito da una sequenza in bianco e nero di Stanlio e Ollio: “io non ci volevo venire, uhm...” Ma come? Prima ti prodighi per la pace tra Russia e Ucraina, scambi la Basilica di San Pietro per il baretto sotto casa, minacci dazi e poi li sospendi, giochi al rilancio con la Cina, sconquassi i mercati facendo arricchire il tuo circoletto di miliardari annoiati e poi corri ad aiutare Bibi che accusa l’Iran di aver quasi raggiunto l’ambito circolo dei possessori dell’atomica, quando Israele stesso potrebbe già farne parte e quindi vorrebbe potersi liberare di un avversario scomodo nella corsa alla deterrenza nucleare? E in tutto questo l’Europa e più nel dettaglio il governo italiano che fanno? Masticano popcorn in attesa degli sviluppi, gremendo control room, attivando centri d’emergenza, allertando le ambasciate, ordinando stretta sorveglianza sui siti strategici, affannandosi a ripetere che nessun aereo è partito da basi americane presenti sul territorio italiano. Semplicemente si dilettano nel prendere parte al Festival del cerchiobottismo, appoggiando dapprima la causa ucraina, imbarcandosi in una débâcle europea senza appello, per poi sfilarsi di soppiatto da Trump, rilanciare con un summit per la pace con tanto di paparazzata storica, con Macron fatto sloggiare in fretta e furia da Donald, sganciarsi completamente dalla Nato o riarmare l’Europa o formare i caschi blu europei o affidarsi alle pizze in faccia che smolla la première dame francese? E che dire di quel matto di Elon Musk, dalle stelle alla polvere di stelle, liquidato nella stanza ovale della Casa Bianca con tanto di occhio nero e gadget presidenziale, alla stregua di uno sfortunato personaggio dei cartoons: “ehm, che succede amico...” E il ministro degli esteri italiano che non fa in tempo a rilasciare un’intervista biascicando escalation, de-escalation e poi ancora escalation e sti dazi...: “vengo anch’io, no tu no!” E su tutto questo, si erge il pensiero che incomincia a incunearsi nella testa di chi tira la carretta da mane a sera per mettere insieme pranzo e/o cena: che sotto sotto ci sia la solita manfrina per alzare il prezzo del petrolio, per giustificare scioccamente gli aumenti del carburante in prossimità delle vacanze estive, piazzare le proprie costosissime scorte di gas naturale liquido, permettere ai soliti amichetti di alzare un po’ di milioncini di dollari dalle fluttuazioni dei mercati, azzoppare gli scambi commerciali nel mercato globale, vendere un po’ di armamenti e tecnologie militari a destra e a manca, tirare dentro al conflitto globale la Russia di Putin per vedere quali carte ha ancora in mano e continuare a gozzovigliare con caviale e champagne, perché in fondo domani è soltanto un altro giorno per giocare a fare la guerra... Tu con chi fai la guerra? Stasera, domani, chissà... |
PUBBLICATO 23/06/2025 | © Riproduzione Riservata

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