Centro di seconda accoglienza. Approvato il progetto per il 2016


Roberto Saporito

Si chiama “adolescenti senza confine” ed è il titolo del nuovo progetto finanziato dal Ministero dell’Interno e dal Comune per il centro di seconda accoglienza “la casa di Abou Diabo.” L’importante iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa a cui erano presenti l’assessore comunale ai servizi sociali, Franco Gencarelli, il responsabile del centro, Luigi Branca, Gennaro Fabbricatore, dell’ufficio comunale dei servizi sociali e alcuni operatori dell’associazione “libera accoglienza.”
Tutti hanno espresso soddisfazione per il risultato raggiunto che permetterà, nel 2016, di accogliere dieci minori rifugiati ed intraprendere anche una serie di iniziative volte alla formazione dei ragazzi ed all’organizzazione di seminari, convegni e dibattiti. La somma consiste in circa 240mila euro, di cui 40mila finanziati dal Comune e i restanti dal Ministero. “Il Comune si è reso subito disponibile, ha detto l’assessore Gencarelli, per una causa importante e recependo le direttive dell’Onu. Ringrazio il sindaco Tenuta, che in qualità di massimo responsabile della sicurezza, ha consentito la presenza del centro anche nel 2016, e l’ufficio dei servizi sociali che ha lavorato al progetto poi approvato. Vista anche l’attuale situazione che coinvolge i migranti, ha concluso Gencarelli, anche il Comune di Acri non poteva tirarsi indietro davanti a precise responsabilità e richieste ed è giusto che si sia dimostrato sensibile nei confronti di questi ragazzi minori arrivati in Italia nelle condizioni che tutti sappiamo.” Il centro è operativo dal 2008 e finora ha ospitato una sessantina di ragazzi minori provenienti da diverse nazioni ma soprattutto dall’Africa, dall’Afghanistan e dal Bagladesch. Vi lavorano un assistente sociale, un educatore, tre operatori sociali, un mediatore culturale, un psicologo. I minori vengono accolti e seguiti attraverso azioni mirate in un percorso lungo e meticoloso che prevede, tra le altre cose, lo studio della lingua italiana, l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, ed eventualmente anche quella lavorativa, ed il disbrigo di pratiche. Da quando il centro è presente, tutti i minori che hanno fatto richiesta di protezione, sono riusciti ad ottenere il permesso di soggiorno. Al momento tutti i minori ospitati hanno conseguito la licenza elementare e media. Oggi il centro ospita dieci ragazzi provenienti da Malì, Gambia, Senegal ed Egitto. In passato in molti hanno deciso di restare in città dove prestano lavoro presso aziende, imprese e negozi. ![]() ![]() |
PUBBLICATO 03/01/2016 | © Riproduzione Riservata

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