Paesi alla ricerca dell'identita'perduta: storie di ordinaria desertificazione


Gaetana Falcone

Camminando per Acri, mi è caduto lo sguardo su delle insegne di un'attività appena dismessa. Quelle insegne a terra rimosse e in attesa di una remota ricollocazione , mi sono parse l'emblema di questo nostro paese, dismesso, riposto e malinconico, desertificato e maltrattato.
Sappiamo bene che il fenomeno di abbandono e desertificazione dei paesi, specie quelli di montagna mediamente lontani dai centri urbani significativi è frutto dell'incedere della storia nei territori. Nel nostro caso tuttavia, non dobbiamo rassegnarci al declino. L'incapacità di trasformazione è sinonimo di MORTE! Acri, come numerose aree interne della Calabria, ha costituito per anni un'ossatura, anche morale, per il territorio, scrigno di cultura, arte, memoria, resistenza comunitaria. Ed ecco la necessità, lo scatto d'orgoglio per continuare ad esserlo. Ma per far ciò occorre scrollarsi di dosso la PAURA: quella che mascherandosi da perbenismo e da riservatezza ci tiene FERMI e muti di fronte alle storture morali, sociali, politiche. Tutti bravi a criticare, a"tagliare" nel bar, davanti al camino, dal parrucchiere...ma in pubblico? Nessuno osa. Il mio scritto, ancor meglio, il mio sfogo, non vuole assurgere a nessun trono magistrale od elettorale. "Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico..." Ma semplicemente, come altre volte già fatto, vorrebbe essere quel sassolino che ci sveglia, ( anche se temo serva un macigno!) mentre assopiti, non ci rendiamo conto che ci scorre via la possibilità, l'azione, la vita. SVEGLIA ACRI! Ci rubano il futuro, la speranza, la gioia, quelli che ACRI non amano. E non ama questo paese chi trasforma la politica a destra o a sinistra, in un letamaio di beceri pettegolezzi, scontri personali, colpi bassi che servono solo a stordirci e ad impoverirci tutti. In ogni senso. La Politica è anche scontro duro, certo, ma sui contenuti e non sulle persone. Quello che sta andando in scena da ormai troppo tempo nel nostro martoriato Paese, e mi riferisco in questo caso all'Italia tutta, è uno scadente teatrino di batti e ribatti personali. Acri non è altro che la bruttissima copia di quanto in campo nazionale avviene. Mal comune mezzo gaudio allora? No. Ciò non deve farci credere scusabili, ASSOLTI. Risolleviamoci dunque: diamo il nostro contributo da qualunque parte, anche da lontano, da fuori Acri. Sentiamoci parte attiva. Proponiamo, proponiamoci per cambiare, per migliorare. Eleviamoci a cose più alte: BASTA, con l'utilizzo dei nostri mezzi stampa locali per dibattere contro Tizio o Caio sciorinando brutture indegne! SIAMO STANCHI DI LEGGERE SEMPRE MISERABILI RIGHE CHE DIFFONDONO CONTENUTI OFFENSIVI VERSO CHICCHESSIA! I cittadini acresi non sono QUESTI! E se non ci ribelliamo finiremo per somigliare TUTTI a questi FIGURANTI SENZA MEMORIA. "Verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti, per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti..." |
PUBBLICATO 08/02/2016 | © Riproduzione Riservata

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