OPINIONE Letto 4716  |    Stampa articolo

Acrivic ai tempi dello Zar

Foto © Acri In Rete
Franco Bifano
condividi su Facebook


Anno domini 1817.
Narra una leggenda che ai tempi dello Zar Nicolaj I,  incastonato tra i monti della Silaberia tra gli antichi borghi di Luzzinski e Bisignànov,  si trovava una ridente cittadina  di nome Acrivic.
Le tre comunità vicine vivevano in un clima di armonia e di grande  serenità. La cosa però indispettiva la vicina città di Kusenza, all’epoca sotto il dominio della potente dinastia dei “Cinghiàlof”.
Erano comunque tempi difficili, carichi di fermento politico. Ad Acrivic, per esempio, incombeva la consultazione popolare, gruppi di Cosacchi facinorosi  si organizzavano per favorire  il ritorno al potere  del pericoloso  rivoluzionario Serghiei Peppovic Cristòf, un tempo fra i capi della locale comunità regionale.
La funesta notizia giunse alla corte di Nicolaj I. Lo Zar, da tempo in naftalina politica, intuendo il grave pericolo ruppe gli indugi e scese in campo.
La sofferta consultazione popolare sancì la vittoria del ritrovato Zar. Il temerario Peppovic Cristòf, che aveva osato andare in sfida, fu sconfitto e mandato in esilio nella vicina Padulia, sulle antiche rive del Don Calamo.
Lo Zar eletto, per governare si circondò delle menti più brillanti di tutto il regno e giurò solennemente che una nuova Acrivic era possibile. I sudditi, in giubilo dissero all’unisono:“Culli Cazz!”, che in antica lingua mongola vuol dire “Speriamo!”, percuotendosi contemporaneamente per tre volte con una lunga verga, in segno di buon auspicio e prosperità.
Nicolaj I mise a capo delle legali truppe il Principe Stanislaov Disastris. Seguirono giorni di festa e la consegna diretta di ricchi premi agli amici dello Zar, tutti sotto 40 mila Rubli, cifra massima all’epoca consentita.
Per anni Nicolaj I tentò di liberare la città da “Dissestus”, l’orribile mostro, generato da genitori ignoti, che divorava le esigue risorse del popolo.Per vincere la cruenta battaglia, al grido di “Avanti miei prodi!”,  si avvalse di costosi eserciti mercenari provenienti dalla vicina Kusenza e dalla lontana Locrisc (questi ultimi fedeli ai Cinghiàlof) guidati dall’intrepido condottiero Edmod Callipopof. Fu tutto inutile però, Acrivic fu divorata dall’avido mostro che ridusse in mutande tutti gli abitanti. La cittadina patì la sete, le aggressioni di strani animali conosciuti come “cagnoski randagi” ed anche varie carestie. I cittadini per rompere il sortilegio,ormai stanchi e provati, pronunciarono la formula:”Jamu propriu culli Cuntracazz!”,che in antica lingua mongola vuol dire:“Chi supposta!” e rassegnati partirono per terre lontane. La leggenda narra che lo Zar e la sua corte dei miracoli passarono l’ultimo triste periodo dell’opaco regno tra lotte intestine e il disperato tentativo di stare aggrappati alla poltrona. Non esitarono a prevaricare qualsiasi diritto pur di tenere lontano i cittadini a loro sgraditi, e continuare a fare allegramente i loro lavori.
Come finì il regno di Nicolaj I non è dato di sapere. Si racconta  che fu proprio da questa leggenda e dalle gesta del suo impavido condottiero che Monicelli trasse ispirazione per la sua “Armata Brancaleone”.

PUBBLICATO 01/02/2017 | © Riproduzione Riservata





Ultime Notizie

OPINIONE  |  LETTO 1245  
La plastica di Serra Crista
Serra Crista è una delle montagne di Acri, in provincia di Cosenza. Siamo ad oltre 1000 metri sul livello del mare e la Crista è il cuore pulsante della Sila Greca che abbraccia un grande territorio m ...
Leggi tutto

SPORT  |  LETTO 238  
L'Acri si prepara ad un campionato di vertice ma chiede l'aiuto di tutti
In questo caldo mese di giugno stiamo lavorano per programmare il prossimo campionato. Dopo il terzo posto del campionato appena conclusa, in cui siamo stati protagonisti con un nutrito ...
Leggi tutto

IL FATTO DELLA SETTIMANA  |  LETTO 1915  
Immobili comunali e cooperative. Ora la verità su pagamenti ed assunzioni
Venerdì scorso, nell’ultima seduta del consiglio comunale, il consigliere di opposizione Emilio Turano, ha “interrogato” amministratori e uffici comunali riguardo questioni importanti su immobili comu ...
Leggi tutto

I RACCONTI DI MANUEL  |  LETTO 792  
Tutti i colori della natura
Manca un quarto d’ora alle sette di questo tredici giugno, Sant’Antonio. Cinguettano gli uccellini, è già giorno pieno. In fondo a giugno, le giornate sono più lunghe: c’è più sole ...
Leggi tutto

I PENSIERI DI PI GRECO  |  LETTO 791  
Torrenti discariche ed infuriati branchi di cinghiali
Il borgo fra le montagne forse non ha mai vissuto nel totale abbandono come adesso. Un ambiente, un tempo ridente e suggestivo, trasformato dall' incuria e dall' abbandono in un luogo dove ...
Leggi tutto