Opinione Letto 1838  |    Stampa articolo

Stimatissimo Gianluca.

Salvatore Ferraro
Foto © Acri In Rete
Stimatissimo Gianluca,
capisco il tuo rammarico. Un uomo libero non potrebbe fare un discorso diverso. Anche nel libero movimento "Acri Nostra" qualcuno, prima di incontrare le delegazioni dei due opposti schieramenti, aveva detto proprio quello che tu hai scritto: astensione e libero movimento in Consiglio comunale con l'unico consigliere che i nostri concittadini ci avevano assegnato.
In tanti, invece, si erano espressi a favore dell'apparentamento, con l'uno o con l'altro, perché solo andando a governare, si potevano imporre ai partiti e garantire ai cittadini i principi di democrazia (informazione, trasparenza, partecipazione, ecc.) e i progetti concreti di sviluppo che abbiamo sostenuto nel nostro programma e, perché no, con i nostri slogan. (Lontano dai partiti, vicino alla gente. La gente purtroppo ha continuato a premiare i partiti con l'89,11%, riservando al nostro movimento un modesto 10,89%.)
Dopo gli incontri, la nostra Assemblea, all'unanimità meno uno (astensione), si è espressa a favore di un accordo con il centrodestra. Non voglio fare un elenco delle motivazioni che ci hanno indotto a fare tale scelta perché qui voglio rispondere solo alle critiche oneste del tuo articolo e non fare un comizio. Permettimi solo un inciso. Scegliendo di non entrare nello schieramento di centrosinistra (l'incontro era stato richiesto da loro e non da noi) abbiamo evitato di creare ulteriori problemi al buon Coschignano; infatti in quello schieramento, le variegate posizioni nei nostri confronti partivano da chi non voleva assolutamente nessun tipo di rapporto con noi, portatori di voti contaminati dal clientelismo, fino ad arrivare alla posizione, molto minoritaria, del candidato sindaco, di apparentarsi.
Allora penso che noi di "Acri Nostra", se i cittadini di Acri ci permetteranno di andare a governare, potremmo realizzare quello che nell'isolamento dell'astensione non potremmo. Ecco, ad esempio, alcuni dei nostri intendimenti:
  1. Cercheremo di convincere i nostri alleati e i nostri avversari di abbandonare la logica manichea dell'appartenenza e della contrapposizione, tipica dei partiti nostrani, per cui tutto quello che facciamo noi è sempre bello, buono e giusto e tutto quello che fanno gli altri è l'esatto contrario. L'interesse di parte o di partito non può prevalere su quello della collettività.
  2. Ci impegneremo a dare piena attuazione allo statuto e ai regolamenti comunali laddove trattano di informazione, trasparenza, partecipazione di tutti i cittadini all'attività amministrativa, perché il Comune di Acri è di tutti i cittadini e non solo di chi vince le elezioni. E punteremo sull'innovazione tecnologica. Vogliamo un sito comunale come quello di Soveria Mannelli (andatelo a visitare tutti!). O come quello di Gianluca Garotto, che fa lo stesso. Importante è che ogni cittadino possa accedere a tutti gli atti amministrativi, delibere di giunta comprese.
  3. Cercheremo di mediare, nell'interesse della collettività, fra centrodestra e centrosinistra, su tutti i problemi aperti che affliggono la nostra città. Proporremo di aprire un tavolo di trattative, una conferenza, fra tutti i partiti, per ridiscutere urgenze improrogabili, come la strada a scorrimento veloce verso la valle del Crati, come la realizzazione di progetti concreti per tenere qui i nostri giovani, come il piano traffico (noi, ad esempio, abbiamo proposto al centrodestra di aprire al traffico Via Amendola e Piazza Sprovieri nell'ora di apertura dei negozi).

Mi fermo qui. Ma sinceramente, Gianlù, cosa si può ottenere, invece, restando in splendido isolamento all'opposizione? Quanti protocolli n° 13054 saremmo destinati a collezionare? In quale posizione si può dare maggiore valore alle proprie proposte? Ne parleremo.
Intanto Ti ringrazio per l'ospitalità. E per finire, e per far dispetto a Massimiliano, al quale invidio soltanto di trovarsi, inconsapevolmente e inutilmente, nella patria della libertà (e che, pur non conoscendomi, non disdegna di vomitarmi addosso la sua acidità), per finire, dicevo, lasciami citare un altro autore californiano: "L'unica cosa che La Storia insegna è che la Storia non insegna niente".

Con rinnovata stima.


PUBBLICATO 12/4/2005

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