Monta ad Acri la protesta nei confronti dell'Inpdap (Istituto Nazionale per la Previdenza dei Dipendenti di Aziende Pubbliche).
Un gruppo di pensionati, che hanno maturato il diritto alla pensione, dopo aver prestato servizio per una vita nel pubblico impiego, lamentano l'interruzione di una consolidata consuetudine.
La situazione sta in questi termini: fino a poco più di un anno fa, l'ente che gestisce la previdenza per gli ex dipendenti pubblici inviava, unitamente alla pensione, una cedola nella quale vi erano indicate praticamente tutte le voci che concorrevano a determinare quella somma.
In pratica, ogni pensionato aveva la possibilità di capire in che percentuale la pensione venisse erosa da trattenute e balzelli vari.
Così anche chi aveva deciso di ricorrere a un prestito bancario, o a qualsiasi altro servizio che attingeva direttamente alla fonte, aveva l'opportunità di programmare meglio la gestione della propria pensione.
Ora, proprio nei tempi assai difficili dell'euro, nei quali anche il più oculato amministratore può incorrere in errori, i malcapitati pensionati si ritrovano con una somma mensile che, nella maggior parte dei casi, viene erogata senza specificarne i motivi della consistenza.
«Fino a poco tempo fa ­ ci spiega un ex maresciallo della Guardia di Finanza, ora in pensione ­ riuscivo a comprendere il perché ricevessi una data somma mensile piuttosto che un'altra. Adesso è tutto più complicato. E' come se si volesse rendere ancora più difficile la vita dei pensionati. Ho rappresentato più volte questo disagio alla sede Inpdap di Cosenza, ma mi hanno risposto che per ottenere dei chiarimenti mi sarei dovuto recare lì di persona.E' ovvio che non posso andare a Cosenza ogni mese. Vorrei soltanto chiedere il motivo dell'interruzione di un servizio gradito a ogni pensionato, e in grado di rendere più agevole la gestione delle nostre pensioni mensili».
In sostanza, i pensionati interessati alla questione chiedono unicamente di poter ricevere un estratto conto. Tutto qui.