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Cittadinanza a Mussolini!

Maurizio Garotti
Foto © Acri In Rete
Il sottoscritto è da molti conosciuto per gli articoli che appaiono di tanto in tanto su questo sito, alcuni mi dicono che sono bravo, altri ritengono che sono uno che vuole mettersi in mostra, facendo di sé merce appetibile per fini politici. Ognuno pensi ciò che vuole, l’unica cosa che so e che se leggo o vedo cose che non ritengo giuste, non posso trattenermi dallo scriverne, anche rischiando di passare per uno che vuole fare bella mostra di se stesso.
Tra le cose da me scritte e messe su questo sito, c’è anche la mia tesi di laurea dal titolo: “Il movimento operaio ad Acri tra otto e novecento”, un lavoro svolto in quasi due anni di ricerca archivistica in cui ho applicato le tecniche dell’Archivistica intesa come disciplina storica in sé e non solo come ausiliaria della storia, per attuare ciò che Le Goff in “La Nuova Storia” definisce come superamento e abbattimento di quegli steccati tra la storia e le scienze ad essa vicine, dando attenzione e valore a quei fatti di solito poco noti che riflettono il tessuto sociale e culturale di una comunità.
Dicevo della mia tesi di Laurea che è stata letta da tanti, criticata da molti e, addirittura, sono stato minacciato di querela per le cose in essa scritte, ma mai nessuno ne ha potuto contestare le notizie riportate, in quanto sono tutti fatti documentati e frutto di ricerca negli archivi. Stranamente, però, questo mio lavoro è sfuggito a Piero Cirino autore dell’articolo “Convengo nazionale di Storia” apparso su queste pagine, ed è stata del tutto ignorata dagli organizzatori dell’ottimo convegno “Il sessantesimo anniversario della Repubblica Italiana” (pur se copia del mio lavoro è depositato presso la Fondazione Padula).
Dico questo perché il giornalista Cirino scrive nel suddetto articolo in cui pubblicizza il Convegno, che “Tra le notizie più interessanti, emerse nel corso di questa ricerca, vi è quella della cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini nel 1923”.
Ora sia chiaro che questa notizia non è nuova, in quanto già io Maurizio Garotti (il mio ego è alle stelle!) a pagina 46 della mia tesi scrivo: “Il 1924 è, pertanto, l’anno del definitivo insediamento politico del fascismo ad Acri, sancito anche dalla cittadinanza onoraria concessa a S. E. il Presidente del Consiglio dei Ministri Benito Mussolini, che fa guadagnare al sindaco di Acri un telegramma traboccante di gratitudine da parte del prefetto…” (diamo a Cesare quel che è di Cesare, anche se sono una dozzina di coltellate!). Si potrebbe qui discutere sulla datazione di questa cittadinanza, che sia il 1923 o il 1924 non è poi la stessa cosa! Ma non è di ciò che voglio discorrere. Precisamente, ciò che mi preme dire è che fare ricerca storica ad Acri e su Acri, anche sudando su carte d’archivio, non garantisce che la casta che controlla la cultura paesana te ne riconosca i meriti. Infatti, nel mio lavoro di tesi ignorato da quanti su Acri hanno la patente di storici, ho riportato alla luce documenti importanti sul periodo fascista, soprattutto sul periodo podestarile e sui Sovversivi; se il primo capitolo ripercorre lavori già conosciuti (ho citato sempre l’autore), negli altri tre capitoli metto nero su bianco e sulla base di documenti (documenti da tutti rintracciabili perché non ometto di dire dove trovarli!) il vero valore di alcuni politici locali che si sono presi la gloria di antifascismo solo a fascismo caduto.
Il mio lavoro non ha certo la presunzione della completezza, ma lancia spunti per effettuare ricerche che, ripeto, gli storici locali continuano a non voler fare perché trattare di fascismo, di podestà e di proprietari terrieri facendo nomi e cognomi è ancora scomodo; perché significherebbe scoprire che quelli che nel dopoguerra si sono vantati di antifascismo durante il ventennio non hanno fatto altro che starsene buoni buoni nei loro possedimenti (la scoperta dell’acqua calda qualcuno dirà!).
Insomma, io non so cosa ne uscirà da questo convegno, posso solo dire che è cosa buona continuare a fare ricerca storica e organizzare convegni, ma sarebbe opportuno rifare luce sul ventennio rintracciando le carte che ancora qualcuno tiene nascoste e rimettere in ordine l’archivio storico del comune di Acri; soprattutto, mi auguro che l’elite degli storici locali se pur vuole ignorare i lavori di studenti universitari o di semplici appassionati, che almeno garantisca che le sue ricerche partano dal principio di libertà, che presuppone di non omettere notizie che darebbero fastidio ai discendenti di chi in bene o in male è stato protagonista della storia di Acri; e che riconosca il piccolissimo merito che quanto viene pubblicizzato come notizia nuova, mi riferisco alla cittadinanza al Duce, era già stato scoperto e scritto da un tesista nel 2003.

PUBBLICATO 4/6/2006

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