Opinione Letto 2406  |    Stampa articolo

Lettera aperta ai lavoratori delle scuole primarie e medie.

Angelo Vaccaro
Foto © Acri In Rete
Il piano di razionalizzazione della rete scolastica ad Acri, conseguente alle sciagurate norme   Berlusconi-Gelmini-Tremonti sulla scuola pubblica, e varato dall’Amministrazione Comunale - si dice - con l’unanime consenso di tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza, approvato dall’Amministrazione Provinciale e infine  dalla Regione senza resistenze o censure, ha suscitato nella nostra cittadina forti polemiche, legittime lacerazioni tra i lavoratori del settore, pettegolezzi di varia natura, e ha  portato nuovo lavoro  agli irriducibili divulgatori di piazza.
Tra le tante ipotesi  sulle cause che hanno originato il Male, alcuni trombettieri, non so se amministratori,  operatori della scuola, politici o manutengoli, di cui ignoro il nome  e delle cui imprese non ho testimonianze dirette per  potermi difendere in sede legale, mi individuano come uno dei teorici del piano, un suggeritore con un enorme forza di condizionamento sulle scelte dell’Amministrazione Comunale e dei partiti di maggioranza e minoranza (…non so quanti siano, non per malafede ma per una spudorata ignoranza sull’argomento), una sorta di commissario ad acta, plenipotenziario della restaurazione e del dimensionamento scolastico.
Eppure non frequento i Palazzi e le  adunanze che vi si tengono,  non ho rapporti con sezioni di partito da anni e non conosco i loro segretari, non sono stato  invitato  nella casa comunale a partecipare a gruppi operativi, tecnici o propositivi, o consulte di settore da parte dell’amministrazione o di formazioni politiche, anzi credo che tali organismi non siano stati proprio pensati ed attivati, e non siano in uso nel nostro paese. Non ho avuto dalle istituzioni incarichi ufficiali per occuparmi del problema, e non sono sicuro di possederne le competenze adeguate. Eppure questi  suggestivi cantautori  hanno ritenuto di attribuirmi un potere enorme !!! Un credito fuori misura per un semplice cittadino notoriamente non coinvolto in ruoli di governo.
Non immaginavo proprio di vantarne tanto, se lo avessi saputo prima lo avrei usato per impedire scelte discutibili come l’abbattimento di una Scuola ( = consentitemi la lettera maiuscola  in questo  nome comune), un sacrificio inutile ed evitabile, un’inguaribile ferita nella storia di Acri,  e che a mio avviso rappresenta il punto di non ritorno di quel processo ineluttabile che ha portato all’attuale situazione insieme ad altri motivi. Oppure lo avrei usato per favorirne la ricostruzione o per impedire che un’intera comunità scolastica venisse sistemata precariamente e momentaneamente in una struttura privata (…a proposito, si è opposto qualcuno ? Perchè alla fine tutti hanno chiuso gli occhi?)  Quella piazza, grande o piccola, nuova o vecchia,  di certo non cambierà i destini di questo paese  e forse servirà solo per un giorno, con tanto di rispetto per il sentimento religioso della nostra gente. La colpa personale della quale mi rammarico:  avere guardato con distacco la Politica e osservato da molto lontano il  suo lento e malinconico declino. Ma mai dire mai.
In trent’anni di professione ho avuto il privilegio di lavorare con tanti colleghi ed operatori scolastici  e conosco la loro intelligenza e la loro capacità di leggere gli eventi che si consumano in  questa città e le loro cause strutturali, economiche, politiche ed elettorali.Una Scuola in meno – non mi interessano in questa sede le accuse reciproche tra vecchia e nuova amministrazione ma i fatti e le loro conseguenze – e la rinuncia alla  sua ricostruzione  hanno rappresentato il primo antefatto, messo a dura prova un bilancio già sofferente per pagare fitti, e sicuramente hanno influito sul verificarsi di certe scelte. E a dura prova la scelta delle famiglie: la struttura è una variabile di qualità,  e la sistemazione logistica  in Via della Sila delle scolaresche “sfollate” ha rappresentato  il secondo antefatto,  un preparativo eloquente, in nuce una decisione pregna di significato. Infine il colpo di scena, l’epilogo della nostra sceneggiata.
Bacini elettorali consistenti hanno voluto e potuto esigere concessioni di verticalizzazioni, che di fatto non aumentano la qualità del servizio, ma portano a casa risultati politici per dimostrare la nascita di nuovi potentati e nuove prospettive di candidature a Sud e a Nord-Est. Al centro bisognava incollare i cocci rimasti. Pare che la Provincia, - così dicevano in giro gli addetti ai lavori - non si sa per quale inspiegabile motivo, sul territorio di Acri, di verticalizzazioni con parametro numerico in deroga (300) avrebbe potuto concederne solo due!! Per effetto di quale norma ?! Ci sono tanti spunti per riflettere sull’antefatto, sul fatto, sugli attori, sul movente, sul pettegolezzo. Altro che il   prof suggeritore !!! …che rischia con gli altri un futuro incerto. Ma ad Acri siamo vaccinati da tempo all’arma politica  del pettegolezzo. Grazie per la pazienza e a presto.   

PUBBLICATO 08/02/2009

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