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Il risveglio degli acresi.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
I fantasmi che aleggiano intorno alla morte del giovane Natale Sposato, avvenuta alla fine dello scorso settembre, sono ancora lì.
E non hanno mai abbandonato Acri anche perché non si sa ancora chi in quel giorno maledetto abbia premuto il grilletto del fucile con cui Sposato è stato ucciso.
Anche in quel caso era una notte che divideva il venerdì dal sabato, la fine di una settimana di lavoro da qualche ora di relax.
Acri ha una storia non propriamente ricca di simili episodi di cronaca.
Che vengano poi uccisi due ragazzi nel giro di sei mesi, da queste parti rappresenta un evento epocale.
In attesa che alla morte di Fabrizio Greco venissero associate notizie certe e ufficiali, gli acresi ieri hanno passato la giornata a interrogarsi se era il caso di rimuovere l'immagine di isola felice che, in una terra come quella calabrese, la loro città si era guadagnata sul campo nel corso dei decenni.
A dar voce all'inquietudine di una comunità è spesso la sua figura più rappresentativa, quella che è stata indicata a interpretare il sentimento collettivo, cioè il sindaco.
"Quello che è accaduto - ha affermato Elio Coschignano - non può certo rompere l'equilibrio sociale di Acri.
Qui la criminalità organizzata non ha mai allignato e questo lo voglio dire con forza.
Tuttavia - ha proseguito il primo cittadino -, in sé, la vicenda di oggi(ndr ieri per chi legge) non può essere archiviata come un semplice incidente di percorso.
E' il segnale di un malessere che non va assolutamente sottovalutato.
Che nella nostra città vi siano segnali inquietanti nel mondo giovanile è ormai un dato assodato e su questo dobbiamo riflettere
".
Le reazioni della gente comune poi sono quelle di chi esprime paura, pur non sapendo esattamente di cosa si stia parlando, soprattutto perché i contorni della vicenda di cronaca non erano ancora ben chiari.
Anche nelle parole dei genitori c'è smarrimento.
Il dolore della perdita di un figlio forse non è stato ancora metabolizzato e il clamore di chi ti sta intorno certo non aiuta.
Quello che è successo, e come è successo, è una cosa troppo più grande di loro.
Nei prossimi giorni questo dolore prenderà il sopravvento e delle inedite attenzioni di chi fino a ieri non ti calcolava nemmeno non rimarrà che qualche pallido ricordo.




Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 29-03-2009.

PUBBLICATO 29/03/2009

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