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Il premio Arena... si arena sullo scoglio dell’assurdo!

Fabio Vita
Foto © Acri In Rete
È stato grande il mio stupore nel leggere l'articolo dal titolo "All'alba (delle calende greche) vincerò". Su quanto avvenuto nel corso dell'importante manifestazione culturale del 24 Gennaio 2009 che riguardava il "Premio G. A. Arena" io stesso ho scritto su Acri in rete in un articolo pubblicato in data 2 Febbraio 2009 dal titolo "La scuola delle occasioni non perdute…" (attualmente a pagina 6 della sezione Archivio) ed inoltre sul N. 4 di Theorema, giornale del mio Istituto anche online su itcgtacri.it.
Penso proprio che la studentessa vincitrice con me della borsa di studio messa in palio dal suddetto Premio, al momento della "Proclamazione", avvenuta - a dire il vero - al termine di una manifestazione lunghissima e quando il pubblico stava già guadagnando l'uscita, sia stata così sopraffatta dalla gioia e dall'emozione, dal pensiero dell' "amato Schopenhauer" da avere momentaneamente la facoltà uditiva fortemente impedita! Chi ha dato l'annuncio, non essendoci un secondo classificato - tra l'altro non previsto dal bando del concorso - ma un ex aequo, ha osservato la prassi consueta, cioè ha pronunciato i due nominativi in ordine strettamente alfabetico e la F naturalmente viene prima della V con cui inizia il mio cognome. In merito alla validità degli elaborati, nella confusione creatasi nel frattempo - come ho già detto prima la serata era ormai conclusa - l'annunciatore ha avuto solo il tempo di abbozzare una sorta di motivazione che sicuramente conteneva qualche riferimento alla "particolare bellezza dell'elaborato" e alle "particolarità metaforiche che erano state adottate" e che, però, terminava - chi era presente ha avuto modo di sentirlo distintamente nonostante il trambusto generale - con l'affermazione che i due saggi erano stati apprezzati dalla Giuria perché si compensavano.
Io in questi mesi non mi sono recato a Palazzo Padula, né ho stretto mani a chicchessia. La vincita non era un elettrodomestico che avremmo ricevuto a casa "comodamente" e "senza neanche una piccola spesa di spedizione": si trattava di una vacanza studio per il perfezionamento di una lingua straniera. Certamente anch'io pensavo che si trattasse di due distinte borse di studio di 1.500,00 Euro l'una, e solo ora scopro che probabilmente la cifra sarà divisa tra i due vincitori… Ma va detto e tenuto presente che è un premio e non un salario dovuto per una prestazione di lavoro. I premi di solito vengono decisi da una giuria il cui giudizio è insindacabile. Ho letto, apprezzato e meditato anch'io le poesie di Arena e uno stralcio del mio saggio è contenuto nell'articolo di cui parlavo all'inizio; probabilmente la qualificata Giuria del Premio (composta da personalità del calibro di Luigi Reina, Antonino Buttitta, Enrico Flores, Josè Luis Gotor, Mimmo Liguoro, Luigi Maria Lombardi Satriani, Marta Petrusewicz, Domenico Scafoglio) avrà apprezzato la precisione, l'immediatezza e la profondità dei concetti da me espressi in quello scritto e non vedo alcun motivo per il quale non avrebbe dovuto premiarlo, dal momento che democraticamente non tutti potrebbero gradire un linguaggio infarcito di metafore e citazioni che hanno il solo scopo di convincere chi legge della sterminata cultura di chi scrive. Sono contento di aver vinto e non mi importa nulla di essere arrivato primo in compagnia di una mia coetanea o che la cifra sia intera o dimezzata, solo penso che il nostro beneamato concittadino Giuseppe Antonio Arena non sarebbe stato contento del fatto che il Premio creato in suo onore da amici ed estimatori fosse pretesto per faziose e sterili polemiche. Non credo che tutto ciò rientri in alcun modo nel confronto culturale corretto e fruttuoso che dovrebbe esserci tra noi studenti delle scuole superiori di Acri e non penso proprio che nel nostro ambiente ci sia più spazio per atteggiamenti vittimistici che nascondono frustrati desideri di autoaffermazione e atteggiamenti di pretesa superiorità.
Se proprio dovessi, a questo punto, fare una citazione ad effetto tirerei in ballo Pirandello e il suo saggio sull'Umorismo: sì, perché quanto è accaduto ha del comico e dell'assurdo, ma induce anche ad una amara riflessione su certi comportamenti umani.

Ah, a proposito - dimenticavo - sono uno di quei ragazzi acresi "meritevoli" che sono andati nel New Jersey… Ero in una graduatoria di merito stilata e pubblicata dalla scuola, non credo ci siano stati altri criteri di scelta: il risultato è venuto fuori da una normale somma algebrica di voti.


PUBBLICATO 18/05/2009

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