Andrea di Consoli per la narrativa con “La curva della notte”, Gustavo Zagrebelsky per la saggistica con “Contro l’etica della verità”, Massimo Salvadori con “Democrazie senza democrazia” per un’idea per la politica, Valentino Parlato per il giornalismo e Carlo Verdone per la sezione internazionale “Talarico”. Sono loro i vincitori della quarta edizione del premio letterario “Padula”, intitolato al prete-scrittore acrese e organizzato dalla fondazione Padula presieduta dal professor Peppe Cristofaro.
Sabato è calato il sipario davanti a circa cinquecento intervenuti, un vero e proprio successo di pubblico e di critica, grazie alle tante personalità del mondo culturale. Numerosi gli spunti di riflessione ma anche gli interrogativi rimasti sebbene le splendide relazioni su tematiche di stretta attualità. Ottima ed importante la partecipazione degli studenti e dei giovani in genere, che Cristofaro sottolinea come «Il momento più rilevante dei quattro giorni».
Centinaia i libri venduti, quasi il doppio delle scorse edizioni. «Un buon segnale, un indice di speranza», dice Cristofaro.
La quattro giorni è iniziata con la presenza di Lombardi Satriani, Morace e Sole che hanno discusso di intellettuali e potere e della contrapposizione tra Alvaro e Padula. Quindi la conversazione tra Abate e Nigro, moderati da Pedullà presidente della giuria, che hanno parlato del mezzogiorno nella nuova letteratura e della differenza tra meridionalista e meridionale non senza spunti polemici.