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La “giungla” parlamentare vs i giornalisti-killer.

Angela Scavello
Foto © Acri In Rete
Clima d'odio e di tensione. Fischi, dissenso e tanta rabbia. Questa è l'atmosfera che pare caratterizzare questo particolare momento storico- politico. E come unica e sovente colpevolizzazione riconosciamo la campagna d'odio "ingiustamente" portata avanti da giornalisti-killer (Travaglio, Espresso-Repubblica), da politici esaltati ( Di Pietro) e da trasmissioni televisive (Annozero) che sfuggono alla loro funzione. Perlomeno, questa, è l'unica giustificazione che è venuta fuori dai microfoni della nostra "giungla" parlamentare, dove le urla, gli insulti, le uscite ad effetto sono all'ordine del giorno. Cosi l'on. Cicchitto, plaudito dai suoi, ha esordito, volendo sminuire il malessere generale a una costruzione mediatica che come sua immediata conseguenza ha "armato" l'attentatore Tartaglia.
Non è quindi un gesto di isolata violenza fatto da uno squilibrato sotto cure psichiatriche ma è il risultato di articoli di giornale, di servizi televisivi e di una malata opposizione politica . Nessuno quindi che mette in dubbio il proprio operato da politico di maggioranza e in quanto tale, in funzione della carica che riveste, è implicitamente responsabile delle sorti del Paese, buone o cattive che siano. In migliaia scendono in piazza con fascette viola in mano, gli scioperi continuano davanti agli enti pubblici e privati che chiudono, i dipendenti delle scuole e delle Università indicono sciopero generale e la colpa è solo dei giornalisti? Mi sembra "conveniente" e a tratti surreale voler riconoscere solo questa come colpa, poichè affermare il contrario significherebbe ammettere di avere fallito, significherebbe ammettere di non essere in grado, forse, di governare il Paese, significherebbe perdere ulteriori consensi.
E questo proprio non piace alla maggioranza che tanto auto elogia il proprio mandato e che si prefigge di volerlo portare a termine, anche a costo di andare contro magistrati e giudizi "comunisti", contro la Costituzione e quindi contro la stessa democrazia. Forse più che temere di leggere un quotidiano dovremmo fare attenzione alle parole e ai gesti di chi ha in mano il potere se non vogliamo risvegliarci al mattino e dover salutare un nuovo monarca.

PUBBLICATO 21/12/2009

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