Cgil, sull’ospedale ottimismo ingiustificato


Cgil - Acri
Alla luce dei comunicati finora pubblicati sulla stampa riguardo al riordino del P.O. Beato Angelo di Acri, registriamo una incessante corsa mirata a tranquillizzare i cittadini, ancor di più, dopo l’emanazione del decreto 64/2016 che ha tagliato ulteriori posti-letto portandoci al di sotto degli standard minimi dei sessanta posti necessari a mantenere aperta una struttura ospedaliera; tutto ciò appare assurdo e molto preoccupante per il futuro dell’Ospedale.
Facciamo fatica a pensare come la politica sia talmente miope da non accorgersi dell’emorragia di posti-letto che continua ad abbattersi sul nostro P.O. ogni volta che si adotta un decreto di modifica o d’ integrazione al precedente. Infatti, dal DCA n.30 del 3/3/2016 al successivo DCA n.64 DEL 5/7/2016 sono stati tagliati 6 Posti Letti di DaySurgery ( si passa da 18 a 12), 1 PL di Lungodegenza (da 16 a 15 PL ), per cui si assiste ad un’ ulteriore riduzione arrivando ad un totale di 55 a fronte dei 62 posti letto previsti in precedenza. Inoltre, precisiamo che i posti-letto reali rispetto alla programmazione regionale per la degenza ordinaria (acuzie-post acuzie) sono 31 di cui 16 di Medicina Generale e 15 di Lungodegenza, tutto il resto rientra nelle attività diurne (ambulatoriale). Ciò è realtà, giacché esistono atti adottati dalla struttura commissariale e pubblicati sul BUR della Regione Calabria. Nonostante i tagli, tutto tace; avremmo desiderato che l’Amministrazione Comunale, ci convocasse per alzare insieme le barricate a difesa della salute dei cittadini, purtroppo dobbiamo prendere atto che non c’è stata nessuna reazione, anzi ad una nostra richiesta di incontro, a tutt’oggi, non abbiamo ricevuto alcun riscontro. La scrivente organizzazione sindacale non vuole creare allarmismi, anzi, le nostre preoccupazioni sono dettate da una gestione della sanità carente in progettualità e in programmazione per il nostro comune e quelli limitrofi. L’atto aziendale e la relativa riorganizzazione del Presidio Ospedaliero di Acri per come sono stati redatti non garantiscono i Livelli Minimi Essenziali di Assistenza, non evidenziano ciò che è previsto nel DCA n° 64/2016, non chiariscono la riorganizzazione e la funzione della chirurgia che riteniamo centrale per il futuro dell’ospedale e dei servizi. Si percepisce a nostro avviso, invece, un clima di incertezze e di sole scritture generiche. Le nostre preoccupazioni sono confermate dal risultato dell’ultimo incontro tenutosi tra l’Amministrazione Comunale e il DG dell’ASP di Cosenza, da cui non è emerso alcun elemento di novità e di certezza sul futuro nosocomio, ma solo continue e inutili rassicurazioni che si ripetono e che non producono nessun atto concreto per il rilancio della sanità nel nostro Comune . Vogliamo sapere dal Sindaco cosa è cambiato per l’Ospedale Beato Angelo negli ultimi tempi rispetto all’opposizione fatta dallo Stesso, al DCA 30/2016 tramite ricorso al tribunale Amministrativo!!!. Al Commissario Straordinario Scura, invece, chiediamo di conoscere le motivazioni che hanno indotto la struttura commissariale a tagliare ancora altri posti - letto e di associare l'ospedale di Acri all'Hub di Cosenza. Dal Direttore Generale Mauro vogliamo chiarezza e atti riguardanti la classificazione della chirurgia che deve essere obbligatoriamente Week Surgery multidisciplinare (definita anche ricovero breve), attività chirurgica programmata da lunedì a venerdì per come previsto dal DCA 30/2016 e dal DCA 64/2016. Per noi l’obiettivo è, e resta, lo stato di salute dell’ospedale e il suo futuro. Abbiamo suggerimenti da proporre su come implementare le funzioni dell’ospedale, purtroppo la nostra richiesta d'incontro rivolta al Sindaco è stata disattesa. Siamo fortemente delusi per la mancata volontà di dialogo e per l’atteggiamento preconcetto da parte dell’Amministrazione comunale di recarsi in modo unilaterale presso la D.G. dell’ASP di Cosenza, senza avere reale contezza di come sarà l’Ospedale di Acri. Come sindacato Cgil, siamo pronti a fare la nostra parte fino in fondo perché la salute è un diritto fondamentale che deve essere garantita. |
PUBBLICATO 11/10/2016

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