L'ultimo regalo


Progetto Acri a 5 Stelle
La lunga agonia è finita. La fine, attesa da tempo, è arrivata. Ne ha dato mestamente l'annuncio il Primo Cittadino nel corso dell'ultima seduta del Consiglio Comunale: il Comune di Acri è ufficialmente in dissesto finanziario!
Finalmente ce l'hanno fatta. Finalmente, dopo almeno sedici anni di politica dissennata, di spese pazze, di elargizione generosa di omaggi e prebende a parenti, amici e amici degli amici, i partiti politici tutti (PD, UDC, PDL, FI, LISTE CIVICHE), alternandosi fraternamente al potere, hanno raggiunto l'obiettivo comune, per tanto tempo agognato. Adesso li immaginiamo scambiarsi sms e telefonate di reciproche congratulazioni; li immaginiamo nell'atto di stappare gigantesche bottiglie di Champagne. Alla festa sono stati naturalmente invitati – ospiti d'onore - i Pubblicani (oggi pudicamente definiti Società private per la riscossione dei pubblici tributi). Scene di festosa goliardia. Scene già viste, di livello addirittura parlamentare (quando si dice dignità delle istituzioni!) La prima: il siculo rappresentante del PDL, di cui non ricordiamo il nome, mentre, assatanato, ingurgita ampie fette di mortadella nella cagnara generale inscenata dal suo partito in occasione della sfiducia al governo Prodi. La seconda: approvazione della legge sulla responsabilità civile dei giudici; anche qui orgia di telefonate, sms, omeriche sbronze a base di Champagne, abbracci commossi Renzi-Berlusconi, Boschi-Meloni; Giachetti-La Russa; Guidi-Lorenzin, Salvini-Udc (essendo questi ultimi pochini l'esuberante Matteo li incastra tutti in un abbraccio unico). Scene di grande dignità umana e politica. Scena, la seconda, di grande unità nazionale! Non c'è che da restarne a bocca aperta, anche noi commossi oltre che ammirati e stupefatti! Dicevamo dei Pubblicani. Sindaco e Assessori, sostenuti dalla maggioranza, hanno deciso, prima della dipartita, di farci l'ultimo regalo: la delibera n. 41 del 12/10/2016. Abbiamo aperto il pacchetto, naturalmente infiocchettato, e cosa ci abbiamo trovato dentro? I Pubblicani, appunto. L'esternalizzazione della riscossone de tributi, infatti, significa il loro arrivo, la loro conquista, senza colpo ferire, della città: le chiavi delle porte avendogliele fornite proprio i custodi della fortezza. Costoro si porteranno a casa oltre 500.000 € all'anno. In 6 anni più di 3.000.000 €. Perché, così hanno pensato gli amministratori, quando un regalo si fa si fa generoso. E duraturo; particolarmente duraturo. Ma si fa anche complesso. L'esborso ulteriore di 3.000.000 € da parte dei cittadini (di cui molti in grave difficoltà economica) non basta. Ci vuole pure lo smantellamento dell'Ufficio tributi, con la conseguente dispersione delle risorse umane e professionali di cui esso dispone (dodici addetti, improvvisamente ritenuti incapaci persino di provvedere alla semplice riscossione volontaria, compito che fino ad ora avevano svolto egregiamente per molti anni). Ora noi, in quanto PROGETTO ACRI A 5 STELLE, siamo, ne siamo pienamente consapevoli, sconsiderati per natura; oltre che politicamente scorretti, scorrettissimi. Arriviamo addirittura a pensare che la riscossione volontaria dei tributi si debba continuare ad esercitarla direttamente, senza ricorrere a mediatori (leggi Pubblicani). E che solo quella coatta si debba affidare a terzi. Ma solo per un certo periodo. Periodo necessario per potenziare l'Ufficio Tributi comunale, rendendolo capace di effettuare l'intera riscossione, volontaria e coatta. Perché siamo convinti che il personale di cui disponiamo sia perfettamente in grado di farlo, se munito degli strumenti tecnici necessari e se ulteriormente e costantemente istruito e aggiornato. A tale proposito ci sentiamo obbligati di dichiarare pubblicamente la nostra piena disponibilità a mettere a disposizione le nostre competenze e le nostre energie per raggiungere tale obiettivo. Per questo abbiamo elaborato e firmato, insieme al altri gruppi politici, associazioni, sindacati, eccetera, una lettera consegnata al Sindaco pochi giorni fa, chiedendogli di annullare quella delibera, di riprendersi indietro il pacchetto col regalo; di smetterla di farcene di ulteriori. Sindaco, non ce ne voglia, quel tipo di regali a noi non piace, anzi, a dirla tutta (e dirla tra di noi, visto che non ci sente nessuno) ci fa proprio schifo! Soprattutto dopo il lieto annuncio del dissesto; effetto e prova, quest'ultimo, nello stesso tempo, del modo infame di intendere e di esercitare il potere da parte dei partiti, a cominciare da quello più importante, il potere politico; in quanto generatore di tutti gli altri poteri. Lo ripetiamo, siamo sconsiderati e politicamente scorrettissimi. Siamo convinti che un altro modo di intendere e di fare politica sia possibile. Oltre che indispensabile. Una politica che si occupi esclusivamente degli interessi generali, che utilizzi la condivisione e la trasparenza come metodo irrinunciabile. Che promuova e valorizzi le immense risorse materiali, naturali, paesaggistiche, di cui disponiamo, come Paese e come città; in questo caso Acri, la nostra città. Ma che soprattutto promuova e valorizzi le risorse umane: le competenze, le conoscenze, i talenti di uomini e donne, di giovani e di anziani, di lavoratori e di pensionati, di italiani e di immigrati, nessuno escluso. In quest'ottica lavoriamo, in quest'ottica invitiamo tutti i cittadini a lavorare. Direttamente con noi. Oppure in altri gruppi politici, associazioni di ogni genere, o semplicemente come singoli. Noi ci crediamo: un altro mondo è possibile e realizzabile; dipende esclusivamente da tutti noi, da ciascuno di noi. |
PUBBLICATO 14/11/2016

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