RELIGIONE Letto 2354

La leggenda del Sahara


Foto © Acri In Rete



Mi Dicono che oggi è pazzesco deviare verso questo deserto, ma io voglio ascoltare la sua voce, ho letto che il deserto parla.
Per noi il deserto è “maledizione”, per il popolo dei Tuaregh è la “benedizione”.
I Tuaregh sono stati felici abitatori del Sahara, in questi ultimi anni hanno abbandonato la felicità e premono ai nostri confini.
L’ultima volta che sono stato a Fiumicino ne ho visto un folto gruppo.
Premettiamo la simpatica leggenda che circola nel Sahara: ”Quando Dio creò il mondo, creò il Sahara come rigoglioso giardino ricco di alberi e fitta erba, pullulante di fresche sorgenti, costellato di prati e fiori, qui depose gli uomini e le donne."
Dio si schiarì la voce e parlò con molta chiarezza: “Ho finito la mia opera, è tutta bella, tutta verde, tutta produttiva, ve la consegno per farvela godere a lungo: coltivatela e custoditela."
Custodite anche il vostro corpo, è di terra.
Tenete sempre presente questa mia volontà “ad ogni cattiveria che commetterete, Io dal cielo lascerò cadere un granello di sabbia sulla vostra grande oasi”.
Gli uomini frivoli e indifferenti dissero “un granello di sabbia è niente in questo immenso verde”.
Si sbagliavano e non misero nessuna attenzione al loro cattivo agire. Quel granello era preavviso e avviso molto serio.
L’indomani era nato il deserto, in pochi secoli l’immenso verde è stato coperto dalla sabbia. L’immenso deserto cresce ancora, ogni anno avanza di 50 km, questo significa che i granelli continuano a cadere e gli uomini continuano a peggiorare.
Noi, quando pronunziamo la parola deserto, il solo suono è minaccioso, è arido, è inospitale; il deserto è spaventosamente ricco di sete e di calura.
Se vi decidete per “una notte nel Sahara” non dimenticate la coperta: di giorno la temperatura è 50°, di notte 9°.
Chiaro chiarissimo che un tempo, lontano nei tempi, il Sahara era verde, l’inarrestabile pioggia di granelli ha capovolto, mare di sabbia.
Che così è stato lo dimostra la ricchezza fossile: il gas metano che fa trovare “tutto pronto, buono appetito” e la benzina che muove la macchina per raggiungere il paradiso vacanze sono sepolti nella sabbia.
Il vento nei suoi molteplici passaggi, raccoglie la sabbia, figlia di Erosione e modella le belle dune.
Quel famoso granello di sabbia ha trasformato un vasto pezzo di verde in “terra desolata” (Melville).
Due venti flagellano il Sahara: Harmattàn e Khamsin e portano lontano la sabbia.
Harmattan è tempesta di sabbia, la fine sabbia è come succhiata dall’alto, l’aria diventa rossiccia, il sole perde luce e calore, la mascherina è utile per naso e gola, il turbante è indispensabile per gli occhi.
Khamsin è vento impetuoso, dura a lungo e i grani di sabbia sono proiettili.
Ti conviene scendere dal cammello, bassare il turbante sugli occhi, avvolgerti nel tuo rettangolo di stoffa e sdraiarti accanto al cammello abbracciato a pazienza.
Quando il cammello da segno di alzarsi, alzati anche tu.
I Tuaregh quando si muovono nel deserto non dimenticano mai il the, il pentolino, l’acqua e di datteri. I datteri sono zuccherini ed energetici, i noccioli sono riservati al cammello, li rompe con facilità e li mancia con piacere.
L’acqua va bevuta spesso e poca alla volta. Il the si prepara quando il cammello mostra stanchezza.
Le donne tuaregh sono belle, alte e muscolose, senza grumi grassosi da smaltire. Sono geniali nell’artigianato, eleganti nei loro coloratissimi vestiti.
Sanno trattare gli animali domestici, e se sei loro ospite gusti l’immancabile yogurt a temperatura ambiente. Gli uomini lavorano ferro e pelli, i loro piccoli mercati offrono sempre varietà. Sono “Figli del deserto”, camminatori instancabili.
Provate a calcolare in km Egitto – Marocco, loro non calcolano in km , contano quante volte il sole è tramontato. “Resistere – Arrivare” sono i grani del loro rosario (tespi).
Ci siamo inoltrati nel Sahara per ascoltare il silenzio, dobbiamo ricorrere a tre parole difficili: “QOL (voce), DEMAMAH (silenzio), DAQQA (sottile) = mettiti in assoluto silenzio e ascolta “la voce del silenzio sottile”.
Ti trasporta ad altezze vertiginose.
Forse qualcuno ricorda ancora la vecchia canzone degli "Scuts che fa dire al beduino” Un giorno avrò una capra/ la porterò nel Sahara/ Allah la guarderà.
Beduino, affretta il passo, la fuga dei tuaregh lascia il deserto più deserto.

PUBBLICATO 09/12/2020  |  © Riproduzione Riservata

ADV




Ultime Notizie

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 1329  
Convenzione tra IIS IPSIA ITI e ANPI Acri
Nei giorni scorsi è stata firmata una convenzione per attività di percorsi trasversali e per l'orientamento tra l'IIS IPSIA – ITI di Acri in qual ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 1326  
Eolico Serra Capra. Interrogazione dei consiglieri comunali di minoranza riguardo il rispetto delle norme
Come consiglieri di minoranza abbiamo depositato una richiesta indirizzata al responsabile dell’ufficio urbanistica ed al segretario generale con ...
Leggi tutto

SPETTACOLI & SOCIALE  |  LETTO 5732  
“Il Pulman della vita” della Crisalide
Domenica 13 ottobre la cooperativa sociale Onlus Crisalide che gestisce il centro diurno C.S.M. di Acri e il Centro Diurno di Cosenza, presso il ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 1498  
Refezione scolastica: rassicuriamo la nostra comunità scolastica
La presente Amministrazione comunale ha preso già da tempo in carico quelle che sono le nuove esigenze e bisogni della comunità scolastica, compo ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 1383  
Cambiate bussola, viaggiate pericolosamente verso est!
Con un comunicato stampa diramato domenica scorsa il movimento politico Articolo Uno ha rivolto alcune critiche al nostro consigliere comunale An ...
Leggi tutto

ADV