OPINIONE Letto 11131

Quei meravigliosi ragazzi di via Molinella!


Foto © Acri In Rete



Fra gli anni Settanta e Novanta al Liceo di via Molinella a Cosenza le iscrizioni avvenivano con i genitori che alla mattina prestissimo si mettevano in fila davanti alla scuola, con la presenza qualche volta dei vigili urbani o della Polizia per evitare eventuali disordini; le iscrizioni venivano non solo dalla città ma anche da tutti i paesi del cosentino, come dalla non vicina San Giovanni in Fiore e da altri centri. Fra la gente, fra le famiglie si era diffusa la convinzione che via Molinella in quegli anni fosse un po’ come la mitica via ‘Panisperna’ di Fermi per lo studio della fisica!
Anche il nostro Liceo di via Molinella si chiamava ‘Fermi’ ma, vivaddio, era naturalmente tutt’altra cosa!
Sì, la scuola era diretta dal ‘Preside dei presidi’, il Prof. Luigi De Franco, grande studioso di tutta la filosofia rinascimentale, di cui, come ho avuto già modo di scrivere, conosceva ogni anfratto, ogni respiro come pochi altri, e ne discuteva alla pari con Luigi Firpo, Nicola Badaloni, Germana Ernst, che lo ebbero come caro amico, ma soprattutto lo stimavano come raffinato e rigoroso studioso della storia della filosofia. Egli ebbe il merito di essersi cimentato in tutto l’arco della sua esistenza nella traduzione dell’opera di Telesio, curandone la pubblicazione critica con inappellabile rigore scientifico.
Un lavoro, questo, che lo impegnava in termini quasi ossessivi; talmente determinato era il suo attaccamento al pensiero di tutto il Rinascimento che spesso anche nella presidenza della scuola lo si trovava ricurvo su qualche tomo di Giordano Bruno, Campanella, Sertorio Quattromani o Tommaso Cornelio: in quei momenti ti guardava con gli occhialetti alzati e diceva amorevolmente: “mo’ vatinni, vieni più tardi.” Allora si capiva che bisognava andare via, richiudere la porta senza fare rumore e comunicare in giro fra i colleghi che il Preside era alle prese con i suoi soliti ospiti importanti, e non bisognava disturbarlo! E tutti, docenti e non, compresi gli allievi mantenevano fede a questo comandamento.
Forse il Liceo di via Molinella doveva la sua fama anche alla statura di quel Preside, ma anche i suoi allievi non erano da meno insieme ai docenti; tutti noi, per assicurare continuità all’opera formativa, spesso ci recavamo a scuola anche con qualche decimo di febbre quando Luigi De franco lo chiedeva, e ne venivamo ricompensati con mille riguardi.
Anche gli allievi erano meravigliosi, si sarebbero distinti per serietà di impegno in tutti i campi: suoi luoghi di lavoro, nelle istituzioni come ingegneri, docenti universitari, medici, avvocati, magistrati.
E il Magistrato Paolo Guido, che opera nell’antimafia di Palermo come Sostituto Procuratore, e del quale tutta l’Italia oggi parla con entusiasmo, è stato uno di quei ‘ragazzi di via Molinella’; lo abbiamo avuto come allievo esemplare che, con grande serietà e attaccamento alla scuola di quel Preside De Franco, è riuscito a farsi strada, a dare il meglio di sé nel difficile lavoro di salvaguardia della libertà e della democrazia attraverso un coraggioso impegno nella complicata e difficile macchina della giustizia.
Degno figlio del padre, il dott. Alfonso Guido, che in anni bui e difficili, dopo aver portato avanti gli studi con grandi sacrifici facendo per lo più l’autodidatta, riuscì a farsi apprezzare fuori dal paesello natio, lontano da ogni apertura verso l’esterno, quale era Acri negli anni Cinquanta e Sessanta. Da Acri il mio grande amico Alfonso si trasferì a Cosenza, dove fu nominato prima vice-prefetto, per poi diventare Prefetto A Bari fino alla pensione.
Le istituzioni, dopo avere apprezzatole sue doti non comuni, ma soprattutto la sua serietà e affidabilità assoluta, resa ancora più pregevole da grande cultura, non lo ignorarono.
Al nostro Paolo, ricordando affettuosamente suo padre, un caro abbraccio e un grazie per la sua dedizione alla causa della democrazia.

PUBBLICATO 19/01/2023  |  © Riproduzione Riservata

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