OPINIONE Letto 1334

Il cipresso soppresso


Foto © Acri In Rete



Incendiato e alla fine abbattuto, sempre di notte! Per il cipresso del Purgatorio, intrappolato in un limbo temporale a cavallo fra il vecchio e il nuovo anno, si sono spalancate le porte del Paradiso, lasciando l’amaro in bocca ai tanti che ricordano ancora il maestoso albero svettare sull’originaria collinetta di terra nei pressi della piccola casetta in pietra, poco prima di finire inglobato in un cordolo di cemento che lo separava dal letto di asfalto stesogli tutt’intorno a conclusione dei lavori di tombatura del fiume Calamo.
L’ennesima tessera che va ad aggiungersi all’ipotetico e romantico puzzle raffigurante Acri com’era, prezioso viatico per chi abbandona il centro presilano per non rimanere ostaggio dei ricordi e della rassegnazione, conscio di farvi ritorno soltanto in sparute occasioni e per il tempo strettamente necessario a scongiurare eventuali assalti di malinconia.
In uno Stato che impiega 30 anni a catturare un superlatitante comodamente acquattato tra le mura di casa, hanno vinto ancora una volta gli incivili (o coloro ai quali fanno comodo?) aprendo la strada a futuri colpevoli danneggiamenti, quasi certamente scevri da punizione alcuna a fronte delle rituali quanto inutili denunce contro ignoti, da ristorare con risorse pubbliche sottratte a quella fetta di comunità che caparbiamente occupa un comprensorio fortemente caratterizzato da difficoltà orografiche e infrastrutturali, scontando persino l’antipatico fenomeno del digital divide con il quale l’Agenzia delle Entrate ha salomonicamente risolto il problema della chiusura dei propri uffici optando per un “help desk” da allocare in uno spazio messo a disposizione dal Comune.
Ossa rotte dunque per la comunità che dopo la lenta espoliazione di servizi essenziali deve far fronte alla crudele sottrazione di un tassello identitario, prima o ultima istantanea scattata mentalmente dai concittadini che arrivavano o partivano con gli autobus che collegano luoghi di studio e di lavoro disseminati al di là del Pollino.
La stessa comunità alla quale bisognerà restituire la speranza che alla celere piantumazione del nuovo cipresso possa accompagnarsi una fattiva rifioritura di determinati servizi basilari rimasti per troppo tempo incagliati nelle anguste maglie della propaganda, vigilando sull’avveniristica ipotesi che Corso Pertini/Mazzini finisca per tracciare la strada a Piazza Purgatorio/Bilotti...



PUBBLICATO 21/01/2023  |  © Riproduzione Riservata

ADV




Ultime Notizie

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 1630  
Assemblea Avis: un successo di partecipazione e obiettivi raggiunti
Lo scorso fine settimana si è svolta la 31ª Assemblea dei Soci dell'Avis Comunale di Acri, un evento che ha registrato una forte partecipazione e ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 938  
Undicesimo risultato utile consecutivo. Martedì spareggio dell’under 19 per la conquista del campionato
L’Acri ha battuto in trasferta lo Spezzano albanese con un sono 4-2, conquistando l’undicesimo risultato utile consecutivo, la settima vittoria d ...
Leggi tutto

LA VOCE DI PI GRECO  |  LETTO 1128  
La Scuola non ha bisogno di esperti
Si continua a sbagliare perché si continua a non capire. Si continua a sottrarre prezioso tempo alla formazione autentica del giovane. Si continu ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 3064  
Il ritorno dello chef Ottavio Miceli alla guida de “Il Carpaccio”
Acri ritrova il sapore della tradizione con il ritorno del cuoco fondatore del ristorante. “Il Carpaccio”, storica istituzione gastronomica della ...
Leggi tutto

I FATTI DELLA SETTIMANA  |  LETTO 1869  
Cronisti e non giudici
L’argomento della settimana è stato, senza dubbio, la vicenda che ha coinvolto alcuni studenti degli istituti scolastici di secondo grado nel fe ...
Leggi tutto

ADV