COMUNICATO STAMPA Letto 2775

Scuola: dal caos alla tragedia


Foto © Acri In Rete



Acri è da anni un paese sotto assedio. 
Ogni giorno ci tolgono un pezzo (ospedale, tribunale, uffici  vari...), ogni giorno ci impediscono di viverci e di restare in questa città, che viene usata, da qualsiasi partito, solo come serbatoio elettorale.
Oggi ad essere nel mirino sono le scuole di Acri.
Il piano di dimensionamento scolastico previsto dalla legge di bilancio n. 197 del 19/12/22, emanata dal Governo Meloni, ha dato al Presidente della Regione, Occhiuto e al sindaco di Acri, Capalbo la possibilità di dare, forse, il colpo di grazia al Comune di Acri.
L'amministrazione Capalbo, senza averne l’obbligo, ha mandato alla Provincia una sua proposta di accorpamento -anche  delle scuole superiori che non sono di sua competenza- la provincia, a sua volta, ha mandato le sue proposte (quali?) alla Regione che ha deciso in merito senza conoscere, evidentemente, il nostro territorio.
La cosa grave è il fatto che la Delibera della Regione Calabria NON ha rispettato i criteri che si era data: quella di tutelare i territori fragili conservando le autonomie con un numero inferiore ai 600 alunni, come si evince da quanto segue:
” Sarà possibile, altresì in virtù del criterio compensativo, costituire/mantenere autonomie con un numero di alunni differente rispetto ai parametri numerici sopra esposti nei seguenti casi: ▪ inferiore a 600 per tutelare territori particolarmente fragili dal punto di visto socio-economico, isolati e inaccessibili; ▪ superiore alle 1000 unità nelle aree ad alta densità abitativa o centri urbani.”
Il risultato della Delibera Regionale è infatti la realizzazione del polo unico di tutti gli Istituti secondari di Acri con l’accorpamento del Liceo Classico/Scientifico “Julia” e quello dell’ITG “Falcone” all’IPSIA-ITI “Crea”.
Tale accorpamento avrà forti ripercussioni sia nell’ambito strettamente scolastico, sia nell’ambito occupazionale e sia nell’economia di un territorio già fortemente penalizzato se non addirittura irrimediabilmente danneggiato.
A livello scolastico qualsiasi Dirigente si troverà a gestire ca1300 alunni con una molteplicità di Offerta Formativa e con una mole di lavoro enorme e complesso. Gli alunni, tutti gli alunni, anche se rimarranno nelle 5 rispettive sedi, perderanno le proprie specificità e le proprie identità culturali e storiche.
A livello occupazionale molti docenti, ancora non quantizzabili, perderanno il proprio posto di lavoro e il personale ATA subirà una forte contrazione.
A livello economico Acri continuerà a perdere reddito e le attività commerciali ne risentiranno fortemente.
Oggi, l'Amministrazione Comunale cerca soluzioni e chiede aiuto a tutti perchè si è resa conto delle conseguenze negative delle proprie  scelte?
Il Sindaco Capalbo ha ragione a voler far ricorso al TAR e chiedere una mobilitazione da parte di tutti, ma avrebbe fatto meglio ad essere più lungimirante astenendosi dal fare la sua proposta alla Provincia (considerandola la migliore che si poteva fare) sul riassetto delle scuole nel proprio Comune.
Avrebbe fatto ancora meglio, a rivederla o ritirarla, se avesse dato ascolto alle sollecitazioni del Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni Acresi, che, infatti, in data 17 novembre c.a. ha organizzato e fatto una manifestazione anche contro il piano di dimensionamento scolastico.
Il Coordinamento è fortemente contrario alla Delibera emanata dalla Regione ed è a sostegno delle Istituzioni scolastiche, dei docenti, del personale ATA e degli alunni.
Il Coordinamento è pronto a fare e sostenere tutte quelle iniziative messe in atto per chiedere un ripensamento del governo regionale, che sembrerebbe essere aperto ad apportare delle modifiche, per come scrive la vicepresidente Giusy Princi, nella nota stampa divulgata.
Al nostro Sindaco e all'Amministrazione chiediamo di aprire, nell’immediato, un tavolo di trattative con la Regione, e auspichiamo fortemente che proceda subito con il ricorso al TAR.
A tale proposito il Coordinamento è aperto a dare il proprio fattivo contributo, insieme a quello di tutta la popolazione, per questo specifico problema , ma anche per tutti gli altri esistenti nel nostro territorio, convinto, che per raggiungere risultati per la nostra città, bisogna lavorare in sinergia.  
Alla Regione DICIAMO il nostro NO alla Delibera emanata e CHIEDIAMO di provvedere a salvaguardare il nostro territorio regionale, così fragile, con provvedimenti urgenti che possano migliorarlo  e dare così speranza soprattutto alla popolazione giovanile a partire proprio dal diritto allo studio.
Il Coordinamento ci sarà sempre per tutelare il territorio in cui viviamo e in cui vogliamo vivere.

PUBBLICATO 17/12/2023  |  © Riproduzione Riservata

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